Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
«rtiCastello di Piumazzo} ma perchè il presidio che andovvi non lo trovò ben munito di armi e di vettovaglie quanto desiderava , così il Comune di Fiorenza scrisse esortando il nostro a far pienamente munito il predetto Castello.
Gli Ambasciatori poi del Marchese (5 Febbraio) furono a Bologna, e presentarono le lettere di lui, le quali, da un di loro vennero lette al Consiglio ed ai Sapienti, e contenevano che i Bolognesi volessero rilasciare tutti i prigioni fatti nella passata guerra, siccome il Marchese aveva i suoi rilasciati. Per la qual cosa il giorno appresso, il Consiglio nostro ordinò che tutti i prigioni di guerra n'andassero liberi, e senz' alcuna gravezza: e in numero di se4j$£ vennero tosto rilasciati. A tale liberazione eran preienti, il cavaliere Giovanni de* Guidoni e 11 Giurisperito Oddone Canali, entrambi ambasciatori dell'Estense Marchese. E tfltto ciò fu eseguito ad onore e riverenza del Sommo Pontefice, e del Comune e del Popolo fiorentino.
Ed ecco Azzo ordinare che ritornasser tosto le gabelle ed i dazii alla primiera misura, i quali per la scorsa guerra avevano subito non lieve aumento: e così a Modena, Ferrara, Reggio e Bologna leva-ronsi gravezze con molta soddisfazione de' popoli che ritornarono all'ordine primiero.—Dopo questo fatto d* importantissimo bene , unironsi i nostri ambasciatori co' Fiorentini per andare di compagnia al Pontefice, che ratificasse la conchiusa ]>ace.
Ma imperocché non era pace ancora con tutti quelli co' quali fu guerra, volendo il Consiglio provvedere alle cose di questa, elesse due uomini per ciascuna Tribù, che insieme cogli Anziani trattando , studiasser modo di raccoglier denaro per istipendio de'soldati (19 Febbraio). — Fra tanto Guido di Aldrovandino ambasciatore del Comune di Ravenna e di Guido da Polenta, a nome di esso Comune, e di quelli di Rimini, di Cervia, de'Signori di Càlbolo, de'Conti di Cunio e di Frate
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