Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIin Bologna furon pur esse sventate: il perchè date l'armi al popolo , non appena ebbe saputo che stava a capo della congiura Castellano Piantavigne, corse a porlo in angustie, e nel cortile del palazzo pubblico lo trucidò. Furono poi tenute indagini per iscoprire tutti i facinorosi, e vennero svelati , e banditi a confine, parte in Alessandria, parte in Milano; ed altri a Iesi, a Recanati, a Sassoferrato, a Fano, ad Arimini, a Venezia ed alla Ròcca di Mo-digliana. E di tali ardimentosi v' ebbero quattro Galluzzi, un Simopiccioli, un Garisendi, due Gozzadini , due Beccadelli, due Artenisi, ed alcuni dei Zovenzoni, de' Guidozagni, de' Bualelli, de' Cala-matoni, de'Bolti, de'Riccr, de'Battagliucci, dei Mucighini, e d'altre famiglie non ultime della Città nostra. Nè contento il popolo di vederli ignominio-samente banditi, corse alle case loro, e con ingordigia vandalica ( colpa dellp leggi e de' tempi ! ) le saccheggiò ; nè pago di questo, squassando la face della discordia, vi appiccò il fuoco, le rovinò sin dalle fondamenta, e chiamò in abbominazione di tutti là loro memoria. Il Senato poi , quasi plaudendo all'ira del popolo, atterrò le torri degli irrequieti banditi, e ne confiscò i possedimenti.
Appena entrati in uffizio gli Anziani e i Consoli del Marzo, fecero visitare tutte le Castella del Contado ; e dove fu d' uopo vennero fatti i palancati e scavate le fòsse, e postevi nuove guardie. Il Castello d'Anzola fu cinto d'ogn' intorno di fortissimo argine, le fòsse della Città nostra vennero empiute di acqua, attorno alle mura ed ai palancati furono appostate guardie e scolte in vigilanza ; e la milizia Felsinea videsi passata in rassegna. — Nel frattanto giunse a Bologna il secondo Capitano del popolo col suo seguito , e fermatosi a cavallo sulla pubblica piazza, giurò tant'egli che la famiglia di esercitare bene e fedelmente l'officio proprio, perchè così vollero i principali reggenti di quel tempo. — Narra il Ghirardacci che frattanto i Pistoiesi travagliati da quei di Lucca, ricorsero per
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