Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 47 rPertanto gli uomini di Sassoleonc scrissero al Senato che provvedesseli di Giudice, del quale mancavano ; e tosto dopo ( 24 Agosto ) siccome il medesimo Castello ed i suoi abitatori eran vessati dalla prepotenza d' alcuni nobili e ricchi di terre e di Castelli finitimi, per tal cagione spedirono al 8enato di Bologna Alberino od Alberico della lor terra, Sindaco, Procuratore e Nunzio del luogo suo natale, sottoponendosi per mezzo di lui al Comune ed al popolo di Bologna, acciocché pacificasse quelle contrade e le mantenesse in concordia : il che fu fatto dal Senato con ogni sollecitudine. Dopo di che ne prese egli stesso la difensione.
Era fra Carlo re di Napoli ed Azzo Marchese da Este molta amistà; e vociferavasi che 1'uno tentasse farsi re di Toscana, l'altro di Lombardia. Il perchè si misero in sospetto i Parmigiani, che più volte da Azzo furono maltrattati, ed i Bolognesi die della Città d'Imola, lor tolta da Azzo, si rammentavano: e per assicurarsi scambievolmente, decisero quelli di passar sopra Reggio, capitanati da Giberto Parmense, per consentimento de'Corregge-si , Bresciani, Mantovani e Veronesi ; e questi di passar sopra Modena. Il che udito da Romeo di Gerra Pepoli, offerse alla patria mille e cinquecento lire per cotale impresa.—Ma Gilberto pervenuto alle mura di Reggio, indarno tentò d'espugnarle, perciocché Cortese Cavalcabò se gli oppose, e colla punta del ferro addietro il sospinse..— I Bolognesi dal canto loro oltrepassarono il Panaro , e manomesse e .piaste alcune possessioni dell' Ordine della Milizia del Tempio, combatterono la Fortezza del Ponte di sant' Ambrogio ; ed avuta Modena ( così il Ghirardacci) pel tradimento d'un Ranieri cittadino di colà, non appena vi furono entrati, ebbero a scontro gli armati di Rainaldo da Marcheria Governatore di Modena, i quali uccisero il traditore, e posero in fuga i nostri militi , che per la porta ond'erano entrati, a precipizio uscirono. E giunti, vuoti d'ogni lor disegno, al Ponte di sant'Ambrogio, Armai. Boi. T. II. 56
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