Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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esso loro, finché soperchiandoli di forza e strenUi-tà, i Ghibellini, o stanchi o trepidanti che fossero , per allora si quietarono. Il valore de' quali Guelfi essendo stato dal Consiglio di Bologna chiaramente conosciuto, ne diede lode sincera all'operosa fedeltà, e decretò che tutte le terre, le quali combatterono a favore de'Bolognesi di parte Guelfa, se ifossero bandite venissero assolute, e i loro uomini dai libri de' banditi cassati, e perpetuamente pacificati col Comune Felsineo, facendoli esenti da gabelle, dazii ed altri carichi reali e personali, e provvedendoli di balestre e di munizioni, e di gente ancora dove occorresse, per sicurezza loro -, e per esempio ed incitamento ad altre terre del Contado.
Era nata in questo tempo gravissima discordia nel territorio nostro fra gli uomini di Castel Franco , che tra di loro stavano in sul cagnesco, e poco mancava non si traessero a morte per punta d'arme. Però soccorse a tempo il consiglio nostro , il quale nominò e spedì pacieri Giuliano Boncambi e Bartoluccio de'Preti, Dottóri di Legge, con Bon-villano de* Tederisi e Romeo de' Pepoli, i quali avevano potestà di raccomodarli a pienissima quiete; e dove durassero nella discordia, gli obbligherebbero a recarsi a soggiorno in Bologna. Ma ciò non addivenne, perchè gl' irosi antagonisti Si pacificarono , e la concordia ragguagliò tutte le loro dissensioni.
Così fu pago Castel Franco, non però Bologna ; chè, interdetta dall'Orsini, smaniava per malcontento, e vociferava irose parole. E perchè in tale stato non potevano sonarsi nemmeno all' ora consueta le campane ; avvenne che per opportuna politica il Consiglio comandasse a tutti i Monasteri ed alle Chiese di dare i segni ordinarii come se l'interdetto non fosse : e così fu tranquillata la Città con apparenza giovevole di ciò che desiderava l'infiammato cuore.—E circa di questo tempo (26 Aprile) il Consìglio medesimo fece Sindaco dèi
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