Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIche tre giorni alla partenza, nè diritto di rappresaglia ove maltrattati venissero : e fece pubblicare che niuno desse loro ricetto nè favore, sotto pena d'esiglio e di perdere poderi e case, le quali verrebbero spianate.—E correndo il mese di Giugno, Ribaldo Cataneo da Monte Tortore, in nome suo e degli uomini di sua terra passò a Bologna, ed introdotto nel Consiglio offerse a noi la sua terra, con ogni ragione e giurisdizione. La qual cosa fu accolta con favore dal Senato, che in ricompensa fece libero Ridolfo figliuolo del suddetto Cataneo, il quale trovavasi prigione dei Conti da Panico.
Ed eletti gli Anziani e i Consoli ed i Sapienti del Luglio, parve al Consiglio (17 Luglio) che si dovessero riparare e custodire le Castella del Contado verso Modena, ed ordinò che si dovesse porre una pietra marmorea nella torre al ponte di Sant'Ambrogio ; e che da per tutto dov' eran 1' aquile di-
Ì»inte si ponesse invece l'Arme del Comune di Bo-ogna, con l'anno il mese ed il giorno che il detto ponte venne in dominazione Felsinea: che nei detti luoghi si dipingesse da maestrevol mano un uomo armato di tutto punto, il quale tenesse la insegna del re Roberto, con una mazza in mano, atteggiato a minaccia verso di Modena : che il detto ponte perpetuamente dovesse rimanere al Comune di Bologna ; e se fosse chi al contrario facesse o ragionasse od arringasse, incorresse nella pena della testa , nè potendosi aver nelle mani , venisse per sempre bandito come ribelle, e traditore al Comune ed al popolo di Bologna, veggendosi confiscar tutti i beni.
Aveva il Consiglio di Bologna cacciato dalla Città alcuni Ghibellini perchè con monopóli ebbero cagionata , se non carestia, almeno angustia di viveri ; il perchè il popolo tumultuò sulla gran piazza e sul trivio di Porta Ravegnana : e volendo il Consiglio quetare e consolare gli animi del popolo, mandò per grano nella Puglia: e conducendo esso grano pel mare Adriatico a persuasione dei Ghibellini Annal. Boi. T. II. 67
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