Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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discendenti per linea mascolina o femminina di coloro ch'ebber parte ai tumulti del i3o6 e del i3ai, possa entrare in Società del popolo di Bologna, nò addivenir Anziano, o Capitano, o Custode di Castello o Fortezza del Comune Felsineo, od essere nominato ad ufficio ordinario o straordinario, od entrare nella milizia della Città di Bologna. Che Amerigo Nunzio di Chiesa con ogni diligenza cerchi intendere se alcuno di quelli che abitaron nella Città o nel Distretto, o bandito o confinato siasi trovato nel i3a5 all'infausto conflitto di Zappoli-no, combattendo contro la patria ; e trovandone alcuno, lo faccia scrivere ne'tre libri, de'banditi, della camera degli Atti, e del Bargello, e dipingere inoltre a perpetua memoria nel palazzo nuovo e nel vecchio del Comune, come traditore e ribelle. Che avvenendo alcun incendio nella Città o insorgendo romore, ni uno ardisca appressarsi alla piazza ; ed i confinati che non avessero ove correre, stiansi a' luoghi dove confinati furono. „ — Fatte queste ordinazioni posero le guardie alle confine -verso Modena, acciocché nessuno passasse di quanti venissero di colà, perchè ivi era pestilenza. Qui pertanto non fu che affliggente carestia, per la anale i poveri, senza pubblico soccorso, sarebbero ai fame periti. Ed Alberto de'Conoscenti, già Tesoriere della Città e che avanzò molti denari al Comune , dimettendo l'incarico sostenuto, ottenne dal Consiglio di poter usare que* risparmi a benefizio de'poveri, ed a costruire quel tratto di mura che congiunge ora la porta di san Felice colla Chiesa Comunale di san Ròcco, in capo al Pradello.
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