Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 125
intendere il Consiglio Felsineo, come molti della famiglia di Colaccio Beccadelli dovessero pure as-soggettarsi all'esilio; e vi vennero banditi Mino di Nicolò con due figliuoli, frate Beccadino, Azzo di Lino, Bartoluccio di Ser Cino, Beocadello, Pego-lptto e Semolino di Ser Landò. E per pubblico editto il Senato privò tutti i confinati e banditi della voce che avevano nel Consiglio dei quattromila, proibendo loro di starsi a Trento, a Venezia, a Cbioggia e nell' Emilia di là dal Sillaro, sotto pena di perdere tutti i loro beni. E costoro tutti diedero sigurtà di obbedire. E volle di più il Consiglio che gli stretti parenti di essi confinati, ponessero stanza fuor di Bologna nel Contado, fino a che i loro congiunti fossero alla patria richiamati. E perchè in Modena in questo volger di tempo erano giunti soldati in buon numero così a cavallo come a piedi nè si sapeva dov'essi fossero incamminati, fecesi ordinazione ohe nè a Modena, nè in tutto il suo territorio, sotto pena della vita, si recassero mercanzie.
Era stata la compagnia de'Notai per vario tempo senza Proconsole; e fu nominato a tal carica Bua-lello dei Consolomini ; e la Società dei Beccari, cui ' gello, nominò Giacomo
ribellione di Bologna, e come le fazioni avversarie si guerreggiassero , colsero il destro di conquistare alcuna terra: e camminando a Rudiano (a5 Luglio), lo ebbero d'improvviso senza colpo di spada, e vi si fortificarono, il che dai Senato inteso, vi mandò molte bande di militi, la maggior parte dei quali periron sul campo, senza molto profitto. E in mezzo a tanti trambusti, veggendo il Senato i continui pericoli del popolo e della Città, pensò antivenire ai temuti danni ; e per la prima volta costruì i ponti levatoi a tutte le porte della Città, le quali per lo addietro ne andavano sprovvedute.
Ora, vedendo i Felsinei che in quella specie d'a~ narchia ond' erano caduti trovavansi. così perplessiPanica, che videro la
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