Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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furibondi; perchè in momenti d'anarchia più sono ' 1 ' lento proprio chestrati che quei che in essi riposano.
Pertanto il De Fumel, già Vescovo di Bologna, era giunto in Avignone, e di là mandava l'atto di suo vicegerente all'Abate Bonaccursio, Rettore del Monastero di san Procolo, e Dottore in Decreti, il quale successe nel Vicariato all'Acciaiuoli, che più non amò staisi in Bologna.—Nel volgere stesso di tempo Mastino della Scala, veggendosi queto e d'ogni ricchezza fornito, pensava incoronarsi Re dei Lombardi ; ma contro di lui fu stretta una lega dai Veneziani, dai Visconti, dai Bolognesi, da'Fiorentini, dai Marchesi di Ferrara, e da altri, i quali tutti in Ferrara convenuti (22 Giugno), diedero titolo e potestà di Capitano per abbatter lui a Pietro Rossi nipote di Marsilio Carrara, e nimicissimo degli Scaligeri. Costui, ordinato un esercito, raccolto da tutti i collegati, fu a porre tosto in rovina il Contado di Lucca, tenuto da Mastino ; e ritornandone carico di preda insieme a molti Fiorentini, ebbe sopra gl'inimici con forte impeto: e forse avrebbe tocche le busse , qualora non fosse stato quel valente Capitano che era ; il quale rivolte sue genti contra l'inimico, diedegli tale una sconfitta, che lo Scaligero fu per mettersi a disperazione. De' Bolognesi morirono alcuni nel conflitto , frai quali Francesco Balduini e Mino dalle Sardelle. I Fiorentini vincitori tennero in sì gran dispregio lo Scaligero , che per tutta la Città loro trascinarono gli stendardi di lui, alzando grida di pazza esultanza, e dicendo contumelie al suo nome.
Ma ritornando ai ripetuti trambusti di Felsina , il Consiglio si congregò per metter modo alle continue zuffe che si facevano, ed al sangue che si spargeva follemente; e varie cose in esso Consiglio disputando si vennero. Ed anzi tutto, conoscendo non esservi maggior salute pel comun bene che dare un capo a Bologna, costituita a maniera dispregiano i Mae-
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