Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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é Generale di Milano, e con Ini strinse lega per offesa e difesa contro i comnrif nemici, purché noit fossero gli Estensi, i Fiorentini, ) signori dell'Emilia, quelli di Mantova, di Padova, e di Venezia, e sopra ogni altro la Santa Madre Chiesa ed i suoi Pontefici. E fu questa lega confermata sotto pena di cinquanta mila fiorini a chi la violasse. — E a tutte le genti ed ai signori soprannominati, coi quali Bologna era in perfetta pacé, spedì pure Ambasciatori, mandando a Ferrara il figliuol proprio Giovanni. Finalmente schierò sulla piazza maggiore in bèlla ordinanza la milizia della Città, consegnandole un vessillo dov' era lo stemma de' Pepoli ed un altro con quello del Comune, che fu affidato al predetto Giovanni suo figlio. La Città tutta corse con molta lietezza a vedere ed ammirare una tale milizia, e fece plauso alla medesima, perchè ben messa di vestimenti e di armi, e perchè con*molta destrezza finse ed eseguì scaramucce per trattenimento e spettacolo del popolo.
ANNO DI CRISTO ISSO,
Quantunque Taddeo Pepoli avesse come a dire la signorìa assoluta della patria, non volle però starsi solo al governo , e vi chiamò coadiutore Ottaviano di Belforte da Volterra, il quale doveva rimanersi in ufficio per l'intero anno. — Sopra la Torre degli Anziani ( a Gennaio ) fu elevata una campana , che servisse a dar segno di loro radunanza. E perchè le cose di Bologna procedessero ordinatamente, ed occorrendo alcun disordine , subito si sapesse, e ne venisse palesato 1' autore , si stabilirono quattro Maestrali per ogni Compagnia delle Arti ; il cui ufficio era di denunziare i male-fizi commessi, facendo ciò con tutta rettitudine e neutralità.
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