Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALITentò il Pepoli ogni via per istudiare se il popolo accomodava l'animo ad accettare i capitoli del Pontefice ; ma come vide che tutti i suoi modi tornavano vuoti, perdette quel franco e forte spirito , che l'ehbe sì bene distinto : e intanto il tempo trascorse, posto a termine dal Pontefice per l'obbedienza di Felsina.
In questo mezzo tempo avvennero al Pepoli due contrarie vicende; l'una favorevole, perocché Man» fredo Conte da Cunio gli cesse Lugo da lui conquistato ai Polentoni; l'altra sinistra, perocché gli morì un figliuolo di nome Romeo (6 Luglio), il quale dava di sé bellissime speranze nella verde età di tre lustri, e che fu seppellito con ogni magnificenza di pompa nella Chiesa de' Padri Predicatori. In tale contrasto di avvenimenti si mostrò saggio Taddeo oltre ogni dire ; perocché non superbì menomamente nella buona ventura , e non disperò per nulla nell' avversa.
Azzo Visconti signore di Milano era morto in quest'auno (14 Agosto) lasciando la reggenza al fra-tei Luchino, ed a Giovanni altro fratello, ed Arcivescovo della patria. Tosto che il magnifico Taddeo intese la morte di Azzo, spedì ad ornarne la sepoltura Paolo de' Liazzari e Giacomo de' Baldui-ni, i quali si condolsero coi fratelli dell' estinto, e fecero loro manifesta la dispiacenza verace che ne sentiva Taddeo.—Ed ecco scorsi i sessanta giorni assegnati dal Papa ai Bolognesi per accettare i capitoli da lui dettati e spediti. Laonde (a5 Agosto) comandò ai Patriarchi Aquiliense e Gradense ed ai loro suffraganei, che facessero solennemente pubblicare il processo apostolico già scritto contro dei Bolognesi, e che poscia mandasse le fedi autentiche di tale pubblioazione. — Fu quest' interdetto molto grave ai Bolognesi, e gravissimo al Pepoli, il quale vedendo la Città divisa fra mestizia e disdegno, deliberò mandare al Pontefice i nuovi Ambasciatori Pietro de' Buompietri e Buonaventura dei Jacobini, acciocché facessero capace sua Santità ,
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