Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIE giunti in campo tanto «sai che gli avversari, ordinata da entrambe le parti la guerra, manda-ronsi reciprocamente il guanto insanguinato, a segnale di battaglia, recato da Nunzi vestiti di panno colorato in sanguigno. Però l'esercito dei Gonzaga, forse temendo di non poter starsi forte con tra quello della lega avversaria, bellamente si ritirò a Nonetto ; il che vedendo il Marchese Francesco Estense, andò co'suoi a Sisso, nello stesso territorio di Parma , e quivi fortificò il luogo per ogni parte con profondi fossi} con palancati , con pronti ripari, acciocché il nemico non tentasse offenderlo di giorno, né mai venisse in isperanza di poterlo assalire di notte. Scorsi alcuni giorni il detto Marchese insieme col Pepoli e colle genti adunate passarono a Colorno, dove stettero qualche tempo ; poi, andati a Reggio, presero a scavar fòsse, e a far bertesche, e ad erigere una bastia per tenervi soggiorno ; ma vedendo il Marchese come i Tedeschi poco gradissero quell' abitazione, lasciatevi buone guardie ritornò a Modena, ed il magnifico Taddeo a Bologna : e quivi nella via Castiglione prese a fabbricare i due antichi palazzi che sono ancora proprietà de' nobili Pepoli, di contro al moderno appartenente alla stessa famiglia. Prima dell'anno onde ci etiamo occupando, le case dei Pepoli erano poste nella via di Miola ; ed egli edificò i suddetti grandiosi palazzi per comodo e signoria de'due figliuoli Giovanni e Giacomo ; e vi pose colle proprie sue mani la prima pietra, la quale consisteva in una lapide di marmo bianco collo stemma ed il nome suo e de' figliuoli, e coli' anno preciso della fondazione: cerimonia solenne, cui molti nobili della Città furono presenti.
Ed il Marchese Francesco da Este con Frignano figliuol naturale di Mastino Scaligero, con Taddeo Pepoli e con tutti gli amici della lega si armarono per venire ad un fatto d' armi decisivo cogli avversari. E questa volta il solo Marchese mandò il guanto insanguinato per mezzo di Nunzi vestiti div^
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