Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIcòsa a sacco passamente; ma le guardie del luogo presto seu furono accorte, e mandarono allo scoi** tro ottanta cavalieri e seioento pedoni ; e venuti fra loro a battaglia, i pedoni faron rotti, e de'ca* valli molti restaron morti, e molti in cattività.
Mentre queste cose facevansi, non so quale spi* rito maligno figgesse in mente al Conte della Romagna che Giacomo e Giovanni Pepoli non solo a' intendevano con quei di Faenza, ma favorendo il Manfredi erano stati complici alla ribellione. Onde esso Conte cominciò a pensare come potesse incarnar* il pensier suo di mettere a morte i due Pepoli, ed aversi egli la dominazione della Città di Bologna. Il perchè tenne trattato segreto con Bo-nincontro di Giovanni d'Andrea e con Ranieri dei Catani da Castel san Pietro, di mandar loro segretamente ed a poco a poco cinquecento uomini animosi e fedeli, ai quali avrebbero dato recapito sicuro nelle case loro, e che poi uscirebbero alla sprovvista sopra de' Pepoli, quando da esse case passassero, e gli ucciderebbero, tagliando a pezzi ad un tempo tutti del seguito loro. E ciò fatto darebbero un segno col fuoco al medesimo Conte, affinchè d'improvviso sopraggiungesse per una porta della Città, e ne cercasse co: Ila sorpresa il dominio. Dicesi che il Conte promettesse ai due traditori congiurati quindici mila fiorini d'oro per ciascuno; ma il trattato si scoperse; il perchè fatti prigioni i due congiurati e posti al tormento, confessarono il tutto; laonde pubblicamente decapitati sopra un pogginolo del Palazzo del Podestà, furono i corpi loro scagliati in piazza , e le teste vennero portate attorno per tutta la Città; memorafoil segno ai traditori della patria.—Ora il Conte, che vide caduti vani i disegni suoi, ebbe a morire di rabbia ; ma non volendo mostrarsi quello eh' egli era, mandò un suo Ambasciatore a Giovanni Pepoli dolendosi accortamente che i due estinti traditori avessero lui posto di mezzo, contr' ogni verità, perchè egli in fatto di ribellione era innocentissimo. E per megliov^
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