Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIao 5
e sostenere Giacomo e Giovanni Pepoli contra il Conte di Romagna, mandò a Bologna Galeazzo nipote suo, con mille cavalli, i quali, appena giunti , unironsi con trecento che già vi stavano a presidio, e furono da Galeazzo disposti per le quattro Tribù della Città e nella guardia della piazza, secondo che meglio tornasse pel fine che s' era proposto. Allora pensò di scoprire ai Bolognesi la vendita fatta della patria loro, da cui ed a chi. Ad-dimandò a tal fine che il Consiglio del popolo si radunasse, che dovea parlare di cose d'alta importanza e di grandissima utilità per Bologna: e congregatosi il Consiglio, vedendosi che non comparve se non Galeazzo, e che i Pepoli si stettero dal convenirvi , sorse negli animi di tutti funesto dubbio di ciò che era, perchè purtroppo conoscevasi la strettezza e l'angustia di Giovanni Pepoli, e l'accorta indole del Milanese Arcivescovo. Allora molti de'cittadini si morsero le mani d' aver passata nei figliuoli di Taddeo Pepoli la paterna signoria. Il medesimo sospetto eh' entrò negli animi di molti del Consiglio, ingombrò pure il petto del duce Guarnerio, il quale, perchè fu già bandito dall' Arcivescovo Milanese , uscì tostamente spontaneo da Bologna con tutta la sua compagnia.
Galeazzo Visconti frattanto con parole accomodate e lusinghiere pubblicò la vendita di Felsina fatta all'Arcivescovo dai Pepoli, e con istudiate persuasioni mostrò che bene era ai Bolognesi di as-soggettarsi alla signoria di uno eli' era potente, e che saprebbe sostenerli e difenderli, anziché starsi in mano di deboli uomini, i quali nè sapevano, nè potevan reggere la pubblica bisogna. E tanto disse e tanto promise Galeazzo, che piegò i deboli animi a proprio talento ; ed avendo posto il partito sull'affare che proponeva, ebbe favorevole la pluralità de' suffragi, e Bologna fu dichiarata venduta al Milanese Arcivescovo. A tale pubblica novella molti forse si rosero di rabbia dentro di sè, i più per viltà si tacquero e sobbarcaronsi all' altruiv^
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