Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI a53
ANNO DI CRISTO 1535*
II Pretore di Bologna, confirmato per la seconda volta, fu sempre Bernardo Anguscioli.— Intanto la caduta dei Pepoli, la morte di parecchi innocenti a torto giustiziati t le rigide sentenze de* Visconti che appena appena ebbero posto piede in Bologna, suscitarono tale un disdegno ne* petti de'cittadini, che il tiranno Oleggio sei vide, e ne htette in grave timore. Il perchè dubitando che un. tristo avvenire potesse a lui conseguirne , col parere, anzi per consiglio del Milanese Arcivescovo prese ad erigere una fortezza tra la porta di san Felice, e quella, ora chiusa, del Pradello, affinchè quivi (dov-v' oggi è la Chiesa della Grada) potesse 1* Oleggio riparare al sicuro in caso di pubblico tumulto. E tale fortezza rese oltremodo sicura con munizioni, rivellini e feritoie ; ed avendovi aperti comodi quartieri militari, ivi prese stanza pur egli, come nel Castello di Galliera aveva fatto Bertrando dal Pog-getto ventitré anni prima di quest' epoca. — Poi (ia Febbraio) i bolognini grossi coniati al tempo di Taddeo Pepoli e de'mal cauti figliuoli, furono banditi, sicché dovevansi o smaltire o disperdersi ; e noi potendo, s'avevano a portare al banco di Ligo cambiatore , che n' avrebbe dato di rincontro un fiorino d'oro da soldi trentacinque, mentre il ducato d'oro non si spendeva che per trenta. E ciò fece l'Oleggio non perchè la moneta de'Pepoli non fosse di buona lega, ma per estinguere la memoria Pepolesca, e per sordida avarizia.
Il Visconti intanto strinse pace co'Fiorentini secondo le convenzioni stabilite col Pontefice; e tutti ne fecero non ordinaria allegrezza. E perchè una carestia non comune afflisse la Città nostra, così l'accorto Arcivescovo Giovanni Visconti, provvide grani Annoi. Boi. T. III. 33
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