Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
'275
Che volesse imporre al Pretore ed agli altri uffi-ziali del Comune di Bologna la totale ed integra osservanza degli Statuti da lui già approvati, e che il tempo di ciascun Pretore, in che starsi in uffizio , non oltrepassasse i sei mesi. Rispose : che al Pretore, che primo verrebbe a Bologna, darebbe autorità di ordinare quello che a lui parrebbe onesto. — Che quei che fossero in avvenire distenuti altrove fuor delle carceri del Comune di Bologna, non venissero astretti a pagare cosa alcuna a qualsivoglia suo uffiziale o famigliare per averne la guardia. Disse: che se occorresse che alcuno personalmente fosse distenuto per li suoi uffizioli in altro luogo, fuor delle carceri di Bologna o pel suo Comune, che quelli così distenuti, non pagassero ai detti ufficiali veruna cosa per tale prigionia o custodia.—Supplicarono ancora che concedesse grazia ai condannati nelle carceri del Comune di Bologna ed ai banditi per leggiero maleficio da essi fatto senza sorta d'armi proibite , di esser levati di bando e liberati di carcere , pagando essi due grossi bolognesi per ogni lira di danno recato , avuto però 1' Atto della pace. Rispose : Nicola dà Reggio s* informi, tanto di essi banditi, come dei carcerati e delle paci che hanno cogli offesi da loro, e tutte queste cose ponga in iscritto; che dipoi si provvederà al tutto col nostro onore e quello del Comune di Bologna, secondo si giudicherà essere spediente. — Supplicarono anche che si riducessero gli uffici de' soldati, e quelli delle acque , delle strade, de' notai, delle vigne e del fango all' ufficio ed alla famiglia del Pretore. Rispose : che voleva e gli piaceva che le spese si diminuissero, e che i detti ufficiali si facessero, secondo il consueto , pei famigliari del Pretore che di nuovo era per venire a Bologna, eccetto V uffizio del fango che rimarrebbe come ed a chi era prima.— Che si perdonasse la pena a quelli che non avevano date le biade in iscritto al primo termine assegnato e pubblicato dal Pretore. Disse in riscontro, che quantunquev^
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