Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI '275
e fece minare il serraglio della porta di san Donato, che già fu ricetto dei Bentivoglio medesimi.— E mentre che egli facendo queste cose, disponevasi a fortificarsi quanto meglio potesse, Toso da Mun-zone, Ugolino e Luigi da Loiano, con alcuni loro amici occuparono il Castello di Munzone , dove si fortificarono ai danni del Contado di Bologna: di che avvisato 1' Oleggio , pose in bando costoro, e diede il sacco alle loro case, e le spianò, e ne mise i padroni in grave timore.
Pertanto Giovanni Arcivescovo di Milano e Signore di Bologna cadde infermo, e dopo breve malattia morì (5 ottobre) lasciando per testamento il suo grande imperio a Matteo, Bernabò e Galeazzo, figliuoli di Stefano fratel suo, i quali vennero pacificamente alla divisione dello Stato , toccando a Matteo, Lodi, Piacenza, Parma, e Bologna, ed altre Città e terre oltre Po. E volendo i tre fratelli adempire a quanto per testamento dello zio fu loro ordinato, rimisero in libertà Giacomo de' Pepoli, che da essi fu trattato con distinto onore. Segno evidente che tutte le barbarie operate dall'Oleggio contro de'Pepoli, non erano per volontà dell'Arcivescovo, ma per arbitrio di lui.—Divenuto Matteo Visconti Signore di Bologna, mandò un Commissario a prenderne possessione in suo nome, e giunto questo nella Città (n ottobre), 1'Oleggio fece sopra la piazza radunare tutto il popolo dai quattordici anni in avanti, e fecegli sapere la morte dell' Arcivescovo e la successione di Matteo. E il Commissario il dì seguente colle solite cerimonie, tolto il possesso della Città , confirmò Capitano e Rettore della medesima il prefato Oleggio.
Sullo scorcio dell' anno passò di nuovo la Gran Compagnia pel territorio di Bologna; e in san Giovanni in Persiceto predò ogni cosa: e nuovamente a Medicina ed a Budrio recò danni e nuovi incendi : ma Giovanni Oleggio radunò grosso esercito per batterla ; sicché la Gran Compagnia (a5 Decembre) sgombrò di qua, e passò a Ravenna, a Cesena ed Annal. Boi. T.III. 35
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