Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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da ogni disturbo sicuri, licenziarono ottocento uomini d'arme, i quali trovandosi senza capo e sen-aa disciplina, scorsero pel territorio di Bologna, e vi commisero i soliti danni barbarici. Alla fine vennero assoldati dal Malatesti di Rimino j e si diedero a buona regola di vita.
Intanto Ottolino Goro, già Pretore nello scorso anno, sentendo che il Pretor nuovo lo voleva sottoporre a sindacato, si fuggì di Bologna, e secondo le leggi , incorse nella pena capitale. — E Matteo Visconti che av '
di tregua colla Gran Compagnia , impose al Clero di Bologna una taglia di ottomila fiorini, il che oltremodo spiacque al Vescovo della Città nostra, parendogli che fosse ingiusta cosa, la quale non si potesse operare senza permesso del Pontefice.
Tosto che fu morto Giovanni Visconti Arcivescovo di Milano e Signore di Bologna, il tiranno Oleggio cominciò a pensare qual modo potesse tenere per salire egli stesso a quella signoria, che aveva già goduto il più stretto de'suoi congiunti, del quale non fu egli che Vicario rappresentante. E perchè con Matteo Visconti nuovo Signore di Felsina non aveva la parentela intima che col-l'estinto Arcivescovo, così reputavasi non obbligato a serbar quella fede che per lo addietro ebbe sempre mantenuta. Per la qual cosa cominciò col fingere di abborrire da certe leggi istituite contra del popolo, e con astuta maniera le contraddiceva. E vedendo che con questo suo mezzo acquistava la benevolenza di molti del popolo, deliberò finalmente scoprir suo pensiero di dominazione a quelli di parte Maltraversa, eh' erano stati da lui richia- » inati alla patria ; e costoro, forse per gratitudine, forse per timore, deliberarono d'aiutare 1'Oleggio ad incarnar suo pensiero. E però consigliarono il tiranno a mutare tutte le guardie delle torri, delle fortezze e delle rócche del Contado Bolognese, ponendovi uomini suoi aderenti, de' quali si potessenell' incoronazione
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