Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIdi Bernabò Visconti : ciò che dall' Abate fu fatto. Ma Giovanni Oleggio mentre con simulata umiltà mostrava piegare all'ambasciata del Pontefice, protraeva l'affare della rinunzia siffattamente, che ben dimostrava non voler rinunziare e non voler ubbidire al Pontefice. Per la qual cosa conoscendo il Commissario di non aver tratto alcun profitto dalla missione sua, il lunedì della Pasqua di Risurrezione si partì di Bologna , lasciando ordine al Vescovo che a nome del Papa pubblicasse la Città interdetta insieme col territorio: poi si trasferì all'esercito in Romagna invece del Cardinale Albor-nozio, che dal Papa era stato chiamato in Avignone. Secondo la volontà del Pontefice, Giovanni Vescovo adunque , pubblicò , a norma de' tempi, la Città per interdetta, non che il Contado ; e dappertutto sospese i divini uffizi, e il celebrar le messe, e proibì di seppellire i morti in luogo sacro (i3 Aprile).
Non dormivano intanto e Bernabò e 1' Oleggio ; quegli nel-radunare un forte esercito per invadere Bologna, questi nel sostener la difesa contra il nemico ; e perciò chiamò a sè Roberto Alidosi da Imola , colle sue genti, che tosto venne a Bologna con tredici insegne di cavalli e gran numero di pedoni. Parimenti (17 Giugno) il Conte Landò, venendo da Milano entrò nel bolognese ed .unissi colle genti del Marchese di Ferrara e de'Gonzaghi, aspettando l'esercito di Bernabò Visconti, il quale senza dimora giunse a Bazzano, per tener fronte all'Oleggio ed a' suoi alleati. Ora Feltrino Gonzaga Capitano intrepido, ansioso d'investir l'inimico, venne tosto a un fatto d'armi, nel quale si sparse sangue da ambedue le parti. Ruppe Feltrino le prime squadre avversarie, e ne pose l'esercito in fuga, avendogli levata un'insegna con l'arme di Visconti ; e perseguitò quelle genti fino ad un punto in cui scontrarono nuove squadre Viscontiane: per la qual cosa fu costrétto a retrocedere , facendo intendere all' Oleggio il bisogno che aveva di nuoviv^
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