Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIla detta Bastia, ed avendo apparecchiato mangani e trabocchi, pose a ordine le sue genti e quelle del Conte Simeone Ungaro ; e al terzo assalto che fu dato alla fortezza, Paganino da Panico che la teneva, uscito di speranza, la consegnò al detto Conte Simeone , ed uscendo libero colle spoglie e le sue genti, passò a Castel Franco. Dopo otto giorni dalla presa della Bastia, 1' acqua del Reno fu restituita alla Città, ed alla Ròcca conquistata fu posto dall' Albornozio a Capitano Alberto Ba-cilieri ; e di ogni cosa che là dentro abbisognasse venne fatta provvisione.
Egidio, che si trovava avere un esercito di sette mila uomini, si fece a cavalcare sopra Parma, dove giunti (24 Novembre) occuparono il Borgo di san-t' Egidio, atterrarono colle macchine da scatto diversi edifizi dentro la Città, scagliandovi pesantissimi sassi, ed abbracciarono varie case nei dintorni ; le quali cose tutte posero ne' Parmigiani terrore. E il di seguente, appiccarono il fuoco alla porta di san Francesco in Codiponte , e le scale accostarono alle mura, ma fu sì valida la difesa dei cittadini, che le genti dell'Albornozio si riti-raron da quella impresa. E nel ritorno scorsero il Parmigiano con incendi, ruberie , devastazioni.
Intanto Bernabò , ravvolgendo nell' animo pensieri di astuzia e di frode, corruppe con buona somma di denari il Conte Simeone Ungaro, il quale in quaranta giorni che stette intorno di Parma, non volle giammai legarla d'assedio, nè far tentativo di presa; laonde alla fine uscì della provincia e ritornò a Bologna , lasciando ben mille de' suoi Ungari agli stipendi del Visconti. — Nel qual tem-
go in Bologna si scoperse il trattato che Francesco
odaldi con altri mal fidi avevano ordito, di dare una porta della Città al Visconti. Fu il Rodaldi fatto prigione, e posto per un giorno ed una notte in una gabbia di ferro, sospesa al tetto del palazzo pubblico, alla vista di tutti; e di là tratto per le preghiere del gran Siniscalco del Re di Puglia,
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