Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALISantissima. ,, A questo pronto discorso il Papa sorrise ad Egidio , e volse bieco uno sguardo a coloro eh' ebbero soffiato nel fuoco della discordia ; e tanto fu meravigliato dell' onestà ed economia dell'uno, quanto del mal procedere e dell'invidia degli altri.
E quando il Pontefice passò da Viterbo a Roma, fu accompagnato da gran numero di signori, frai quali Nicolò Marchese di Ferrara, Galeotto e Pan-dolfo Malatesti, la nobiltà tutta di Roma, gli Oratori Bolognesi, e quelli di altre parti d'Italia. E con tale scorta , e preceduto dal Gonfalone della Chiesa che veniva portato da Rodolfo Varani Signore di Camerino , in Roma trionfalmente entrò (16 Luglio). Poi, dopo fatta- orazione davanti il maggior altare in san Pietro, nell' uscir del Tempio , giunto alla porta impose al Marchese da Este che creasse cavalieri Filippo Roberti da Reggio, Guido Manfredi pur da Reggio , Salvatico da Ru-biera, Azzolino Malaspini, Giovanni Cancellieri da Pistoia, Bartolommeo Fontana Piacentino, ed un Durimch, un Fent, un Assebach ed un altro, Tedeschi tutti, nonché due nobili Ungheresi: il che fu fatto con molto concorso di popolo, e con generale soddisfacimento.
Dopo l'onorato suo reso-conto, il Cardinale Egidio si ritirò in Viterbo per riposare dalle assidue fatiche di tre lustri : ma non potè godere lungamente del quieto vivere concedutogli ; imperciocché soprappreso da repentina febbre, o naturalmente sovraggiunta o per arte iniqua procacciatagli, si vide inannzi l'ultima ora del vivere : ed egli , fidato solo nelle celesti medicine, in Dio sperando con tutta aspettazione, volò dalla terra del pianto, al giardino dell'eterno sorriso, a ricevervi quel premio ch'ebbe sì ben meritato (14 Agosto).
Ed in quest' anno non pur morì 1* Albornozzo ma Giovanni e Giacomo Pepoli ancora ; quei Pe-
{>oli, che se avessero seguita la prudenza e la po-itica del padre, avrebbero a Felsina risparmiatev^
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