Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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col nemico, che starasi accampato cinque miglia lontano da Ostia, in luogo forte e ben munito. Alla qual vista 1' esercito del Visconti, forse sminuito di coraggio , ricusò di venire a battaglia.
Intanto l'Imperatrice e la figliuola, cogli oratori di Fiorenza e quelli di Venezia, giunsero al campo della lega, e furono all' Imperatore che stava accampato nel Serraglio di'Mantova : e mentre le cose della guerra così passavano , Gomezio Albor-nozzo rinunziò il posto di Capitano a Nicolò Marchese di Ferrara, nel tempo che Giberto ed Azzo da Correggio si levarono dall' ubbidienza di Bernabò , e si accostarono alla lega. — Accorgendosi l'Imperatore che egli non poteva vincere per forza la Bastia di Borgo Forte, e che non soddisfaceva al desiderio di Nicolò Marchese da Este, volendo pure alcuna cosa proffittevole operare, ruppe gli argini del Po , il quale per molte pioggie era sì grosso che ornai traripava ; pensò con questo fatto di allagare la detta Bastia ; ni a accortisi gl' inimici del suo disegno, volsero in tempo le acque sul Mantovano, le quali fecero gravissimo danno per tutti quei contorni. Il perchè lo stesso Imperatore che insieme coli' esercito si vide nel mezzo delle acque, fu forzato di ritirarsi in Mantova dove stette per alcuni giorni: poi coli'esercito della lega passando nel Veronese, giunto al fiume Adige, scorse col ferro e col fuoco tutto quel paese: ciò che non gli venne dato di poter fare nel territorio di Mantova. E finalmente trovandosi i soldati stanchi e lassi dal lungo assedio, senza fare altra impresa ritornarono a Bologna, restando 1'Imperatore in Mantova.
Ora Bernabò che si vide aver nemico il Papa e 1' Imperatore, e quasi tutta Italia, col parere de' suoi consiglieri, e col mezzo di alcuni nobili Tedeschi, e del Duca di Baviera congiunto coi Vis-sconti, tentò secretamente la pace. Non mancavano anche di affaticarsi presso il Pontefice quei Cardinali che dal Visconti erano stati accarezzati ev^
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