Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIDrappiero, Pier Nicola Albergati, Bettino Azzoli-ni, Pietro Mattuiani, Giovanni di Stefano, Barto-lommeo da Policino, e Nanno Malpigli. Sotto il governo di costoro , Antonio Galluzzi diede stanza ai Monaci di san Pier Celestino, non molto lungi dalla piazza maggiore. Essi Monaci, che nei primordi di lor novella religione, invitavano coli'interezza della vita la pietà di ciascuno a renderseli amorevoli, desiderosi in Bologna di accrescere il frutto d'ogni buona opera coi loro spirituali esercizi , furono dal Vescovo Almerico cortesemente accolti, ed egli stesso impetrò dal sopraddetto Ga-luzzi un'area bastevole di terreno nel guasto dei Torrelli, dove loro fu donata, stanza e fabbricata Chiesa e Monastero. Anche ai Monaci Camaldolesi, acciocché nell' Istituto di san Romoaldo potessero fra noi esercitare le loro opere di pietà e di virtù, concedette il buon Vescovo la casa e Chiesa di santa Maria degli Angioli fuor di Porta san Mammolo , già molti anni prima fabbricata da Gerra o Zerra de' Pepoli. Per le quali cose, che facevano aperto all'universo mondo cattolico quanto stesse a cuore l'incremento della religione al Vescovo Felsineo , venne egli in tanto amore in tanta stima presso l'Imperatore Carlo IV., che questi confermò a lui il privilegio accordato già dall' Imperatore Enrico al Vescovo Gerardo Gisla, di venir cioè annoverato fra i sacri principi dell' impero.
Ed Urbano Pontefice, che aveva chiamato Cesare in Italia, pensando fosse uomo forte per reprimere 1' insolenza di Bernabò Visconti, vedendo come non fosse ben riuscito nell' impresa, e come i principi e le repubbliche in tristo conto il tenessero , deliberò di licenziarlo perchè ritornasse a' suoi paesi. Egli, ohe forse si fu avveduto di questo, strinse pienissima pace con Fiorenza, dalla quale ricevette non lieve somma di denari, e ri-# tornò in Boemia con molt'oro e poca gloria, dopo di aver lasciata libera non pur Toscana ma ben anche Lombardia. Nel partirsi passò per Bologna
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