Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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i quali non dovevano perdonar la vita nemmeno ai fanciulli lattanti. —• Questo trattato fu scoperto dal Causidico Giacomo da Pavia, il quale scoperse a stretto colloquio contro il bene della patria un tal Francesco Guastavillani con Bòrnio da Sala. Ed avendo riferito al Senato alcnne parole raccolte dai loro tronchi ragienamenti, furono essi carcerati coti altri quattro della congiura, e tratti al patibolo. Fuggirono poi dalla Città tre della stirpe de' Formaggini , Guglielmo da Sala, Giacomo da Ignano, Giovanni Vanduoci, e Giacomo da Lamola. Altri furono confidati in buon numero, altri sopratve-gliati con tanta solerzia, che peggio era per loro che trovarsi chiusi in un caroere. — I Bretoni seppero la cosa , e ritiraronsi a Bertinoro.
Nello stesso tempo avendo Guiduccio da Monzo-ne, che nel medesimo trattato era, posto i presidi e fortificato il Castello suo, mise sempre più in pericolo i Bolognesi, i quali mandarono colà Pier Vitaliani con fanti è cavalli a buon numero, il quale ebbe il luogo, e ne levò il presidio ; e le mura con tutte le case sin dalle fondamenta ne ruinò. : :
Ora il Pontefice che intese come le bisogne della Chiesa in Italia andasserò in rovina, e come il patrimonio della Sede Apostolica venisse dai più possenti o dai più scaltri occupato, volendo soccorrere a tanti mali , deliberò di trasferirsi in Italia, ed andare a Roma ; tanto più che fino i suoi Vescovi 1' avevan ripreso del suo tenere in non cale 1' antico seggio Laterano. — Ma perchè conosceva che a questa sua deliberazione erano contrari i pa* renti suoi ; così sotto colore di tutt' altro negozio, venne a Genova, poi a Pisa, e d'indi a Corneto, dove rimase fino all' anno venturo (... Settembre ).
Intanto Bologna stette per venire ad eccessi di furore, a motivo delle due fazioni de' Maltraversi e degli Scacchesi: imperciocché i primi, vedendo come la loro parte stesse inferiore all'altra, erano disposti per ogni via a far sì che i Pepoli spatriassero;
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