Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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quanti tenevan la via da Fiorenza a Bologna. Nè giovarono le minacce della reggenza nostra: tutti scossero gli orecchi agli avvisi del Pretore e del popolo , e più che altri 1' Azzoguidi, che delle parole della patria facevasi poco meno che beffa.
ANNO DI CRISTO 1377*
V'ebbe stagione nella quale accadde di Roma Pontificale, ciò che di Roma Imperiale per fatto del Magno Costantino. — Clemente V., Francese di nascita e d' opinioni, creato Gerarca in sul finire del i3©5, forse troppo acconsentendo ai desideri i di Filippo il Bello, trasferì la Corte pontificia nella Città d'Avignonef con grave danno di Roma, che, perduto il soglio di Pietro , fu di molto scaduta di sua primiera dignità. — Recata in Francia la Santa Sede, era fuori del naturale suo nido : ve-devansi da presso i difetti inseparabili dall' umana condizione, e senza carità se ne veniva mormorando: cotali critiche andavano attorno , e s'educavan le genti a veder l'uomo invece del Pontefice. Onde ben a ragione, dice l'Abate Berault, doveva starsi il Gerarca in Italia ed in Roma, così come capo della Chiesa, così ancora come Vescovo della Città principale del mondo. Quivi il Pescator di Galilea ebbe trasferito dall'Oriente il primato Apostolico, e abbandonando la stanza d' Antiochia, aveva insieme ceduto il titolo di quella Chiesa, alla quale volle preposto un nuovo Vescovo. Per una serie di mutamenti e di circostanze, dove i più profondi pensatori hanno scorto mai sempre la condotta dellà superna Provvidenza, la sovranità di Roma passò poi nelle mani de'suoi Pontefici, e li pose in istato degno della preminenza del gTado loro, e favorevole alla santa libertà dèi lor ministero. Le fazioni passaggere de*Romani, le turbolenze ed i pericoliv^
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