Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
48ifregio adorno di serafini, e ooronàto da ooraicb ricca di finissimi intagli, sui ouattro angoli della quale sono poste le figure di altrettanti Profeti di tutto tondo y e nel mezzo dei due ohe stanno al» l'anterior parte del monumento, v'è l'Uomo Dio sporgente a messa figura dal sepolcro, e da due angioli adorato. Al di sopra poi della cornioe sorgo una specie di piramide, il cui vertice è a foggia di candelabro, a cima del quale sta un simulacro dell'Eterno Padre celeste, col globo mondiale nella sinistra, e colla destra alzata in atto di benedire. Dal candelabro discendono due grandiosi encarpi o festoni di fiori e di frutta, contro de'quali appog^ giandosi due granosissimi putti, ohe appiè del* can-delabro su due volute si posano, danno ai detti festoni gradevole incurvatura. — Sulla mensa poi dell' altare sono due angioli vestiti, i quali reggono per ciascheduno un candeliere, e stanno at-teggiati in espressione di orare. — Non tutta però questa cima di monumento, nè gli augioli ora accennati sono del suddetto Nicolò ; perocché ben conoscono gl'intelligenti come quello situato dalla parte dell'epistola sia lavoro d'altro soarpello non sì valente come quello di lui; mentre il Vasari ci dice, che l'angelo dalla parte del vangelo, nonché il san Petronio sul coperchio, sono scultura del divino Michelangelo, che le condusse in marmo all'età di vent'anni, e n'ebbe a pagamento trenta dncati d'oro. E il san Giovanni Battista, e i duo Santi fino ad oggi innominati, ritengonsi dagli scrittori meglio veggenti di mano del Bologna se Coltellini, il quale fioriva verso la metà dei sescodecimo secolo. Cosà pure si attribuiscono ad iscultore meno valente che non fu Nicolò , gli angioli che stanno ai lati del Redentor nel sepolcro ; e forse non appartengono a lui le cose ornamentali di cosi nobile coperchio.
Ed ora veniamo all' epoca terza in cui fu aggiunto lavoro alla bell'Arca del Guzmano.—-Correva il millecinquecentotrentadue, quando il Senato
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