Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
48$ ANNALIlibri fieri, fuorché quelli per ribellioni o per «forense eoi Conte Lucio e co' suoi. Che Astone faceta sommaria ginstiaia a tutti i cittadini, distrettuali e oemunitativi sudditi al Comune di Bologna, che si troveranno in Faenza; ed altrettanto faccia* no i Bolognesi Terso da' Faentini. Che il sale, che Francesco di Cecco e Giacomo di Geminiano da Tossignano, con Giacomo di Anselmo e gli eredi di Santo dalla Crovara, nonché Simene da Man-solino, ed altri mercanti del Bolognese, pretendono fesse lor trattenuto in Faensa, Tenga ed essi resti* tuito sensa verun pagamento ; oome pure si riabbiano le robe proprie. Ed altrettanto si faoci* in Bolegna ai sudditi di Astone: anche per le catture avvenute prima della guerra. Che tutti i sudditi di Astone, che hanno possessioni nel Contado d'Imola, al tempo dei ricolti possano condurli O farli condune ( con licenza però, e con bolletta degli ufficiali sopra le biade) a Faensa o ad altri luoghi soggetti al prefato Astone, sensa pagar dazio alcuno. „
• Furono presenti a questo Trattato di pabé, i predetti: Ingramo de'Bracchi da Modena è Bkndellino de' BandellSni da Pavia, entrambi Dottori di Legge ed Ambasciatori del Conte di Virtà ; tìonèfcè fiar-tolommeo Saliceti Bolognese e Francesco Ramponi Dottori di Legge, Giovanni de'Fatttussi, Dottore in ambe le facoltà, Beldò di Francesco Panxacchi da Roncastaldo, Nicola degli Orsi, Bonifazio Castaldi , Giacomo Quintili, Matteo di Tommaso dei Magnani e Dinarello di Pace de' Magarotti. 1 In ^quest'anno (a6 Agosto) dicesi che Un Bétnabò «hai Popoli con Federigo Pavanesi venisscto travestiti in Bologna^ per macchinare un riforno; e che aèoperti e presi, tessero decapitati: ordinando tosto il Consiglio dei quattrocento che tatti gli stemmi popoliteli, da qualunque materia Si fossero * Venis-eero atterrati e rasi: ciò bandendoci in ftàturo ad •ogni rimtotasione degli Anziani , tte' Gonfalonieri dé! popolo e de*Messali delle Arti.—E tutti i beniv^
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