Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
5aSfece bandire che ninno ardisse aggravare i contadini a motivo di debiti nel termine di cinque anni a venire: la qual provvidenza fruttò il bene che si coltivassero di nuovo molte terre trascurate, e si rendessero domestiche, dov'eran prima selvagge. — Ciò avveniva tra il Febbraio ed il Marzo ; nel qual tempo entrava Capitano della Montagna un tale Ambrogio , nipote del Pretore Pugliesi. —-Ed Astorre Manfredi Signore di Faenza, veggen-dosi sprezzato dal Conte di Virtù, che malamente l'aveva accolto in Milano, siccome già fece ai Bolognesi, cercò di confederarsi coi nostri, e fu bene accetto nella lega offensiva e difensiva, per qualunque evento potesse accadere.
Il Conte di Virtù aveva accommiatato da tutte sue terre i Bolognesi e i Fiorentini , sotto colore e falsa voce che eglino rivelassero i suoi secreti ; e questi invece permettevano libera abitazione ai Lombardi nelle loro Città. Per le quali cose i nostri sospettarono che Gian Galeazzo intendesse a travagliare Bologna : onde il Senato fece osservare attentamente la condotta di alcuni cittadini un po' sospetti ; e prese ad intercettare le lettere che entravano ed uscivano dalla Città. Dice il Ghirar-dacci che fu trovata una lettera di un tale Alberto Galluzzi scritta a Marchione Saliceti, nella quale si trattava di una congiura a favore del Visconti e a danno dei Bolognesi ; e narra che il Saliceti fu imprigionato, e che tutto confessò il trattato di ribellione , scoprendo i complici, eh' erano un Isolani f il famoso Bartolommeo Saliceti, un Ga-risendi, un Albergati, un Tomari, Giovanni dalla Calcina, tre Galluzzi, ed Ugolino dei Conti da Panico. E soggiunge poi quale fosse minutamente l'ordine della congiura, chi di loro venisse decapitato , chi sbandito, chi multato, chi finalmente esulasse volontario dalla patria. Finalmente oon-cbiude che il Conte di Virtù non si mosse per allora , avendo veduto come fossero scoperti i suoi disegni ; che Bartolommeò Saliceti fu accolto edv^
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