Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGN ESI
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militari virtuose. Ed un tanto guasto avvenne, perchè le guardie poste ai confini, anziché vegliare ed opporsi alle genti Viscontee, davansi smodatamente alla crapula ed ai giuochi.
Pertanto gli Ambasciatori di Papa Bonifazio , giunsero a Bologna per sentire se il popolo ed il Consiglio intendevano avere per protettore il nuovo Vicario di Cristo, com'ebbero il sesto Urbano: ed il Consiglio Generale rispose loro : che la Città ed il popolo di Bologna erano pronti a riconoscere Bonifazio per legittimo Pontefice e vero Signore, e non altri ; e che intendevano di mantenersi tali fintanto che il Sacro Concilio sostenesse Bonifazio contro 1' Antipapa Clemente.
E imperciocché Alberto Marchese di Ferrara veniva da Roma verso la sua Signoria, il Senato Bolognese gli mandò incontro alcuni nobili per accoglierlo, e riceverlo al Confine di Pietramala, dove gli imbandirono mensa delle più laute che a' quei giorni si potessero. E pervenuto a Bologna alloggiò neirEpiscopio che allora non aveva Vescovo. E dal Senato ebbe due corsieri in regalo , bordati di finissimo scarlatto, con briglie trapunte in oro : ed una pezza di oro venne a lui offerta in dono. Le quali cose tutte gradì oltremodo l'Estense, che partendosi di Bologna, fu costretto confessare che la dottrina e la gentilezza tenevano egual seggio fra noi.
Ora, quantunque l'Adorno Doge di Genova non cessasse di metter pace fra il Conte di Virtù e la Lega, non mancava però il Visconti di travagliare il territorio di Bologna; e talmente lo scorse, io rubò e vi pose il fuoco, che i Bolognesi alla fine si videro costretti a richiamare da Padova il Barbiano, il quale corse con parecchie genti sul territorio presso a Budrio ; ma non azzardò un fatto d' armi, perchè si trovava molto inferiore a combattenti. Però con industrie militari, con pronte comparse ora all' uno ora all' altro luogo, con iscorrerie opportune, bastava a tener frenato l'inimico, il qualev^
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