Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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e dove questi non vi fossero, vi pensava il Senato. Correvasi il pallio da san Felice a strada Maggiore , come adesso ; e per quanto appare dagli scrittori di que' tempi , non v' era che un premio , e consisteva in quel pallio o stendale di velluto rosso, che davasi al padrone di quel corsiero che primo toccava la meta.
anno di cristo 1596.
Dopo quattro anni da che Nanne di Gabbione Gozzadini era stato Gonfaloniere di Giustizia pel primo bimestre, vi ritornò ; ed ebbe a successori Giovanni di Lodovico Monterenzoli, Filippo Gui* dotti, Giorgio di Nicolò Bonsignori, Pietro di Giacomo Arardi, ed Enrico Felicini. Col Gozzadini entrò a Pretore un Nicola Calvi, essendo Capitano del popolo pel primo semestre Pietro da Montevec-chio, e pel secondo Antonio Muccolini da Mantova: Trovavansi pertanto in armi quelli di Tossignano e quelli della Corvara, e stavano già per venir fra loro alle mani, quando il Senato nostro vi s'interpose, talché le due terre furono pacificate, ed il Consiglio di Bologna vi mandò Guerrino Tancredi 'con una insegna di soldati, per tenerle in soggezione. E nello stesso governo Bernardino da Polenta e il Conte Giovanni da Barbiano con Filippo da Pisa entrarono in Bologna, dove furono dal Senato onoratamente accolti. E perché le cose della Lombardia e della Toscana stavano in'qualche pericolo, e ne andavano attorno non lievi sospetti, i Bolognesi che temevano non venisse loro a mancare aiuto in caso di bisogno, presero a discorrere intorno la salute della propria patria, spedendo Ambasciatori nella Romagna, nella Toscana, al Pontefice , a Ferrara, ai Malatesti. E parimenti si rivolsero alle opere spirituali, donando alla Monache Annoi. Boi. T. HI. 74
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