Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIANNO DI CHI STO 1400*
Ed eccoci all'ultimo anno, onde porgasi notizia in questo volume. Imperciocché avendo noi stabilito d'aprire sempre un volume ad epoche di molta importanza per l'istoria nostra, colla signoria di Giovanni I. Bentivoglio incominceremo il quarto di tutta 1' opera : il perchè siamo ora agli estremi del terzo , che verrà finito colle notizie del mille e quattrocento , e coi cenni biografici intorno ai più illustri Bolognesi, che fiorissero nel secolo quartodecimo, il quale si chiude ad un'ora col compiersi del volume presente.
Durava anoora la pestilenza ad affliggere la Città nostra, si rinnovavano i terremoti, così in Bologna che nel Contado, le terre o poco o nulla coltivatè venivano , la povertà s' accresceva, le lamentanze generali sentivansi ripetute; il Pontefice faceva celebrare il Santo Giubileo, che alquanto valse a medicina degli spiriti, ma non potè pienamente ridurli a cattolica rettitudine. Troppi ambiziosi ostinati aveva Bologna tra' suoi figli ; il perchè questa matrona, questa madre doveva quando che fosse piegarsi obbediente al comando di qualcheduno «V essi figli , che salirebbe in orgoglio de' propri trionfi per farsi ammirare a maniera di cometa, la quale scorre a vista della terra per breve stagione, quindi ad un tratto s' allontana e si perde , e le spesse volte non ricomparisce mai più. — Erano i nobili questi ambiziosi figliuoli , che miravano ad umiliare la madre ; e la dignità del Pretore forestiero ornai non avea dell'antico che il semplice ed inutile titolo. — Francesco Taffoni da Trento, dei Conti d'Arso entrò alla Pretura fra noi, e con lui Bartolommeo de'Grassi, cittadino Bolognese entrava Gonfalonier di Giustizia, alla testa degli otto
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