Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIaccorgimento la propria causa, e trovava eoo a* tuoi detti nella copdiseendenza degli amici, e di quanti amavano i suoi modi franchi, e quell' animo ardente di gloria, che ornai non poteva più starsi, o dal comando assoluto , o dalla preponderanza negli uffici di una repubblica aristocratica.
Or mentre Giovanni Bentivoglio la ragionava coi nobili, dicevano i Gozzadini coi popolani: Quale fu il tempo più glorioso per Bologna, se non quello della reggenza a popolo? Vel dicano le storie nò-sire del 1 aa8 , quando Gioseffo Toschi istituì un governo tutto di popolani, e quando la patria, avendo lui capitano, venne a conflitto coi nemici di SSodeua, fomentati dai Cremonesi e dai Parmigiani , e li-battè con tal vigore che quella si reputò la più segnalata battaglia di que'tempi. Con tale fbrma di repubblica si ottenne l'impero della Romagna, e s'impose soggezione a popoli e Re : e sbasta Enzio prigioniero per farne testimonianza.— Oltre di che è veduto dàgli occhi d' ogni purgato intelletto, che ai popoli bellicosi che nel 1'armi pongono il fine principale della gloria loro, si richiede una forma larga di Repubblica, sì perchè più= difficilmente si sottomettono all' altrui dominio , come - anche perchè della virtù militare , che più fra loro bì stima, son molti quelli che no partecipano. A Bologna dunque, che. ha fra le sue mura venti bellicose Compagnie pronte ai servigi della milizia, è necessario, oid almeno più conveniente un tal governo a Comune. E un uom bennato patirà a malincuore l'invidia di quei gentiluomini , che in una Città cosiffatta chiudono la strada di salire ai popolani, quasiché la stirpe nobile non nasca quaggiù, ma discenda dal cielo , sicché quei dell' ordine inferiore siano obbligati a versare il sangue e l'anima per loro servigio. E non s'accorgono gli orgogliosi ohe sprezzando la plebe., sprezzano i principi della loro . schiatta , benché molti e molti si studiano di palliarli oon istolte favole d'esser discesi da Imperatori e da Re,
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