Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIma sapendo che il Beritivoglio si stava sull' avvertita , ritornossi a Ferrara di dove si era tolto ^ e Battista Baldo vini fuggendo si salvò. A queste contraddizioni pose mente Giovanni ; e per meglio stabilire la signoria che ornai teneva sicura, raduni» al domani il Consiglio dei Seicento , e con acconcio discorso dimandò la decisione delle fave, se il volessero o no eleggere senza contraddizione, e confermare signore della Città e del Contado. Il Consiglio era composto di moltissimi amici suoi, i quali
10 acclamarono signore: e gli. altri stimando infruttuoso il contraddir nel Senato a chi vinto avea nella piazza, se colla voce noi gridarono signore, tacendo lo confermarono. Procurò egli ancora, ed ottenne la confermazione dal Consiglio dei Quattromila , che di nuovo si era cominciato a radunare ; e questo fu fatto perchè il Pontefice, cono» scendo l'universale consentimento della Città, si contentasse di approvar lui signore, concedendogli.
11 vicariato della patria, com' era già stato conceduto a Taddeo de'Pepoli. Ma il Pontefice, essendo di ciò richiesto da Floriano Sampieri e da Musotto Malvezzi ambasciatori, negò di acconsentire alle* domande, asserendo che non avrebbe sopportato ohe la dominazione di Vicario fosse in mano d' altri, che de' Magistrati, cui era stato conceduto dagli antecessori suoi. Pertanto Giovanni , creò diversi cavalieri aurati, a memoria di sua fortuna: e questi , secondo il costume de' tempi crearono altri caVab'eri. £ congregato il Consiglio dei Quattromila (16 Marzo) creò i sedici riformatori dello stato che durerebbero in ufficio due anni, e fu loro capo egli stesso.
Abbiamo detto che il Pontefice non approvò la: signoria usurpatasi da Giovanni; ora aggi ugneremo che questi, poco curandosi dell'avversità, seguitò nella propria reggenza con animo intrepido. Ma se il novello signore non isgomentavasi per le avversità a lui .mosse dal Pontefice, si sgomentavano bene e gli aderenti e fino i congiunti suoi, alcuni
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