Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
B OLOGNESI 63
per sé tenne, ponendo i balestrieri in luogo appartato , per difesa dei combattenti , acciocché con maggior sicurezza avessero a trattar l'armi, ed anche perchè non fossero dai nemici assediati. A guardia poi delle bagaglie lasciò al Ponte di Reno tre* cento lance della Compagnia della Rosa.
Disposti gli eserciti, è dato il segnale dell'attacco. Squillano le trombe, suonano i tamburi d'ambe le parti. Le prime squadre s'avanzano ratte in buon ordine, e l'unghia ferrata de'destrieri leva un nembo di polvere attorno di sè in quel basso di fiume, sicché i drappelli si scorgon bene allorché trovansi poco più che a tiro di lancia. Alberigo da Barbiano alza un grido, cui fa risposta Francesco Carrara: ed ecco le due prime squadre de'cavalieri in orrìbile mischia. Ognun percuote o minaccia di lancia, ed ognuno o vien percosso o viene minacciato. Qua si uccide, si taglia, si tronca ; colà si rintuzza, si schermisce , si ritorna 1' offesa. Viene vibrato un lanciotto, ma coglie sullo scudo avversario e non fa piaga, ne vien gittato un secondo, e si configge nel fianco ad un prode, e giù lo trae dell'arcione. Quinci un cavaliere è percosso in una tempia , e cade a terra dal cavallo ed è morto, quindi un altro cavaliere è trafitto fra còsta e còsta, e tutto brutto di sangue, reclina il capo sulla spalla, e come pianta recisa da vomere Tintane al suolo disteso , e trae gli estremi spiriti. Alla vista di que-st'ultimo caduto, assai caro ad Alberigo, il capi* tano tutto acceso d'ira mette mano alla spada, e gittandosi addosso al feritore gli dà tale un colpo sulla gola, che piomba dal destriero, e vuota l'anima per la ferita , inBiem col sangue gorgogliante. E Masino Crivelli, che fa prodezze frai Bentivole-schi, gittasi sugli avversari con molto furore, ed attacca con alcuni suoi fidi duro od aspro conflitto. E rotandosi intorno, benché ricevuta abbia una ferita presso la spalla sinistra, pure con tanto valore mena colpi sui nemici, che si apre piazza fra loro, e distendene spenti non pochi. Alla quale strage
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