Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
B OLOGNESI
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perchè le tolse ogni nerbo, e la tenne inferma lunga pena primachè in vera salute restituir si potesse.
Nel giorno seguente (3o Giugno) il Conte di Bar-biano , mal soddisfatto di Nanne che aveva rifiatata la signoria e che teneva in custodia con umanità l'umiliato Giovanni Bentivoglio, andò con alcuni snaturati alla camera del Palazzo dove l'infelice veniva custodito , e traendolo fuori nella piazza , o 1' uccisero o lasciarono che il partito a lui nimico ne facesse 1' estremo scempio, martoriandolo e trafiggendolo con ventuna ferite. Ed è fama che un Floriano Barbieri, quasi in segno di vittoria , gli tagliasse un orecchio , gridando da folle: Vogl io cuocerlo sulle brage , ed assaporarlo. —• Inumano !
Fu portato quel lurido avanzo, lacero e mezzo ignudo, entro un mastello, invece di bara, nella sagrestia di san Giacomo Maggiore, dove esposto fu lasciato per tutto quel dì; ed il popolo che curioso è sempre di vedere ogni guisa di spettacolo , concorreva così frequente, che urtando per inoltrarsi, l'un uomo sopra l'altro cadeva. Così (sono parole del Bombaci ) la cieca libidine di dominare, in meno di sedici mesi di signoria, condusse Giovanni al macello, mentre la natura e la nativa nobiltà gli promettevano molti anni di vita onorevole. Ma che signoria fu quella, che sempre andò soggetta o alla forza degli eserciti nemici , o alle insidie de' cittadini f Egli, in sì breve spazio di tempo, corse il pericolo di ripetute congiure, che
§li ordirono contra quelli ancora che per rispetto i parentele e d'onori erano almeno obbligati a non offenderlo. Egli è vero che le congiurazioni presuppongono dominio violento; ma pure talvolta ancora si discoprono contra i legittimi, massimamente quando la forza straniera ne porge l'oocasione. Cer-r tamente in Giovanni furono vendicate colla mansuetudine , poiché più che punire seppe egli perdonare^ procurò (inducendo ne'cittadini l'amore) d' assicurarsi da tradimenti, e meglio stabilirsi nel
—- GoOglC
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