Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIseggio di dominatore. Ed avendo poi dimostrato iti molti fatti giustizia e religione ( se si possono giudicare i governi dai loro principi) egli meritava la signoria se non l'avesse occupata.
Intanto, per la morte del Bentivoglio, e pel rifiuto di Nanne, il Duca Visconti, che non volle aver gittate le spese fatte, procurò di stabilirsi nella possessione di Bologna , acciocché la guerra impresa contro del Bentivoglio per vendetta ed ambizione, gli fruttasse almeno la signoria d'una delle maggiori Città d'Italia. — Ora, Giacomo Del Verme d'ordine del Duca fatto Governatore, per cancellare ogni vestigio dell' antico stato, annullò i Magistrati tutti , e convocato il Consiglio del popolo , dimandò 1' approvazione della signoria del Visconti. Ed il popolo dichiarò il dominio esser di quello nelle forze del quale si trovava. Il che fatto, il Governatore procurò che la Città mandasse a Milano solenne e numerosa ambascieria, per ordinare i Capitoli e le Convenzioni. Gli ambasciatori furono quaranta, e forse quarantasei , cui stette a capo Melchiorre o Marchiorte Manzóli , già Gonfaloniere , il quale con tutti i suoi compagni venne onorato con grandi apparenze dal Duca , che fece cavaliere il Manzuoli, ed ai nunzi concedette ciò che dimandavano, ed ottenne a un tempo da loro di fabbricare in Bologna una cittadella : nel quale accordo veniva inchiusa l'annullazione di tutti gli altri.
E già prima di questa ambascieria spedita al Visconti, erano stati eletti otto Sindaci che a nome del popolo dovessero consegnare le chiavi della Città e il Gonfalone colle armi del popolo al Cotn-misario del Duca, che pare al certo fosse Pandolfo Malatesti, il quale uscito dalla Città, vi fece poi una solenne entrata, e giunto al palazzo, gli vennero dagli otto Sindaci consegnate le chiavi di tutte le porte. Ed esso Malatesti, volendo gratificarsi il popolo di Bologna, fece bandire che ciascuno potesse vendere qualunque cosa volesse, senza pagarne dazio;
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