Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIdel Duca, ed uscì di Milano, e passò a Ferrara e quindi a Cento, per mettersi in reiasione col Signore da Este e coi popoli ; avendo intensione di recar la guerra al prepotente Visoonti. Poscia andò al Signore di Padova ed alla repubblica fiorentina, e finalmente alla corte del Pontefice per collegarsi con tutti, e battere il Visconti, e rimettere Bolo» gna nello antico stato a Comune, sotto la proto» zione del Pontefice.
E mentre il Gozzadini trattava presso il Ponte-fice la liberazione della patria, il Governatore Ma-1 espi ni ( 2,5 Agosto ) prese a fondare la cittadella stabilita dal Visconti, la quale dalla graticcia onde il canale di Reno entra in Bologna fra la Porta di san Felice e quella del Pradello, estender dovevasi sopra le acque fino alla graticcia o porta del Cavaticcio , cioè per tutto dov' è ora la Via della Grada , e la Riva di Reno, sino a Borgo Polese ; facendovi palificati per chiuderne i limiti ed alloggiarvi le milizie. Alla quale opera lavorarono duemila guastatori del Duca, eh' ebbero di paga parziale sei soldi imperiali al giorno, oltre quattro pani e tre boccali di vino. E molte case furono atterrate > per estendere di tanto la cittadella; e diversi edifizi sacri, frai quali la Chiesa di santa Maria Nuova, dov' è di presente la camerale Fabbrica de'Tabacchi.—E nel tempo stesso per ordine del Malaspini furono chiuse con cancelli tutte le bocche della piazza ; e di legnami vennero cinte intornò del piede la torre Asinella e la Garisenda ; e con profonda interna fòssa, con ponte levatoio, con ripari di legno la Porta di san Vitale fu munita e difesa, perchè si temeva che per quella entrar potessero più di leggieri gl'inimici del Duca in Bologna.
Mentre queste cose si facevano, i più amanti della repubblica ( ed èran molti ) mostravansi malcontenti di cosiffatto apparecchio d'oppressione: del che si avvide Leonardo, che pensò allegrar tutti con pubbliche feste. Ed ordinò che le Compagnie
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