Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
i$o ' 'A'N ^AL'roittà vostri j : Spandete il «angue de' irostri fratelli * spogliatevi dellà fede e dell'amore; nieghi V'uno all' altro aiuto e servigio. Seminate le vostre' menzogne y che -frutteranno ilagrime , servitù e morto »'Vostri : figliuoli ^ Ahi! che dissi F Cessate , o mise» ri : chèr'piùl si corisuma'un dì nella guerra, che in1 > molti anni : non pi >gnadagna in : pabe e < piccolar è quella favilla , che a distruzione foienri «n gran regno ! , ¦ j* ¦ :¦ - « ¦¦ '..>;,,(....¦
•> Fu Anton. Galeazzo Bentivoglio , ohe ruppe la pace di Bologna, >pel solo pensiero die 'suo ^adré Giovanni I. n' era già sbàto signore. E» iforse* srpei^avf* d' aver miglior sorte di lui ; e con tale speranza volle tentare fortuna. Il perchè, trovandosi ricco, amato dal popolo e da molti nobili, tranne forse dai Canetoli*'chef aspifavàn pur essi'a grandi cose; fattosi animoso ed intrepido , si associò al fratello Ercole, a Cambio e Bartolommeo Zambeccari, non $he ad; hltri, fuorusciti , che. tornar, feoé segxtfta-meute; a^la patria ; e tutti trovò- pronti, a sue 'Voglie. /Laonde i raduinata • gran compagnia d' uòmini in :armo £.26 Gennaio) passò di nottetempo al Pa« ldzao idei Gòmunè, e se.ne fece signore* senza che i 1 pòchi I > uomini di : presidio valessero- a ributtarlo colle armi* E così senza spargere sangue, eutr^ capo del.governo, e fece come nulla 1.' autorità del Pr^toite MStteoi di Pietro da Perugia,, .e id' Antonio Liegnani Gonfaloniere di Giùsiiaia -pel .primo bimestre. — Ma se tadquero .1 i Mbgktrati, non fu> così dell''invidióso Matteo de',Ganefcoli. Costui,; intendendo ciò che aveva fatti* j Anton Galeazzo aocoz* ^ati di : subito !qtianti più> seguaci potè, corsè alla Piazza Maggiore, gridando artatamente: Viva il;pò* polo. Alle cui voci fecero eco molti uomini di elet> ta condizione » frai quali la maggior parte era di Porta Ravegnana ; e. tutti gridavano ad . un modo. Il perchè il Bentivoglio y temendo Aotif la moltitudine si ribellasse a lui , fece -gridate le stesse parole a tutti i suoi aderenti. Laonde concorrendo la Città al romore, e udendo le'Stesse voci da ambe
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