Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI -i57
Papapzoni e Baldo Orselli, decapitati ; Lamberti no e Lodovico Ramponi, in esiglio. Così mostrava pd evidenza non d'essere il primo in sua patria, ma il principe, e n'&vea biasimo ed odio ; sicché la caduta di lui era d^ tutti antiveduta e desidpr rata. . ,
Allora. Antonio pensò più. nel serio alla condi-zion propria, e si vide a mal partito ridotto, e de* liberò venire, ad alcun patto cogli avyersarii. Il perciò passò al campo di Braccio in rcompagnia d' alcuni amici, fra i quali il cavaliere Ugolino degli Arienti, padre del letterato , Gian-Sabbadino ; ed avuto lungo ragionamento col capitano, fu da questo consigliato, a recarsi al Pontefice, e chiedergli benevolenza, cbjà l'otterrebbe senza dubbio dal paterno cuore di Martino. Accettò il Beptivoglio il consiglio dell'amico, e di compagnia furono a visitare il Cardinal Legato Gondulmiero, col quale conchiusero l'accordo in questi termini: „Che An-r ton Galeazzo Benti voglio, quantunque volte cposer gnasse la Città di Bologna, avesse in ricompensa Castel Bolognese, quasi a feudo di sè o de' figliuoli, e dieci mila ducati per le dignità cedute, e pei danni a lui derivati. Che i cittadini Bolognesi, secondo il consueto loro, potessero crear gii Anziani col Gonfaloniere di Giustizia, di due in dne mesi, e cbe eleggessero i Tribuni del popolo, ed i Massari delle Arti, secondo 1' antico costume. Che gli Anziani dovessero abitare nel Palazzo de1 Notai, e che tutti gli uffizi e benefizi della Città, tutti siano de' cittadini, eccetto 1' uffizio delle Bollette e della , Tesoreria, i quali debbon essere del Papa, Che il Pontefice pon possa fabbricar fortezza alcuna in Bologna. — I quali Capitoli aveva fatti il BenJti-voglio per la salute della sua patria, e per liberare da infiniti travagli i suoi cittadini ; di ohe amorevolmente si potevano contentare , perchè ritornavano nelle braccia di Santa Madre Chiesa, sotto l'ombra felice della quale erano lungo tempo vissuti. .
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