Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI ,T3
oh© sulla pubblica maggior piazza si ardevano a tutte l'ore mucchi di dadi e mazzi di carte da giuoco. Ora occorse cbe un certo Velesio, il quale campava la vita colorando carte da giuoco, adendo la dottrina del Santo Frate Minorità, andasse a lai, facendogli aperto eh' ei sosteneva sè e la farai** gli noia di quel povero mestiere, e Che nuli'altro sapeva farne, sicché trovavasi senza pane ove quel-1' umile opera avesse lasciata. Ed il servo di Dio gli rispose : „ Or bene, dipingi questo, ed avrai pane in abbondanza. „ E segnato un circolo in unii carta, vi tracciò un Sole, e nel mezzo vi scrisse il nome di Gesù in caratteri ebraici ; e disse che di que' Soli e di quo' nomi il pover nomo dipingesse! Ciò eh' egli fece. E tanta fu la moltitudine che di que1 dipinti, fece compra, che all'artigiano più non mancò di che vivere per lunghissima stagione» E così quella peste, ch'era piombata in Bolbgna a recarvi morte , mercè di Dio e di ) tre ottimi i suoi ministri, fu movente prodigioso per migliorare di alcuna guisa la plebe; che sfrenatamente si viveva ; e che imbastardendo prima dall' umana natura,, e poi imbestiando, era distemperata ad < ogni vizio, ad ogni sozzura.
ANNO DI CRISTO 4424.
A Pretore di quest'anno fa» confermato (Jgolinò de' Poli da Fano, cai susseguì Guido- o Bindo To-lomei da Siena; sotto il governo del primo de'quali rinnovò il flagello della pestilenza, ma più mité cbe per lo addietro. Però tolse di vita il Camerlengo del Legato e Nieola Roverbelli dottor famosissimo.—Nel qual tempo, se Bologna era travagliata da morbo, era Imola da dissensioni di potenti : imperciocché Lodovico Alidosi vi tenea signoria senza niuna provvida cura , anzi con tutta- negligenza
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