Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIIntanto Nicolò da Tolentino, sdegnato della sconfitta avuta lo scorso anno presso Medicina, co' suoi armigeri pose assedio a Castel Franco ; e per mezzo d* un suo soldato, eh' era stretto amico del servo del Castellano, giunse ad avere per tradimento, quella ròcca maggiore, costringendo i Commissari , Tommaso e Bonifazio Zambeccari, a ritirarsi e fortificarsi nella ròcca piccola, che dovettero a forza cedere, salve soltanto le persone e le robe. Ma l'inimico vincitore tenne i Commissari in ostaggio sino al finir della guerra.
Ed il Manfredi da Faenza mandò rinforzo di quattrocento cavalli all'esercito del Papa (27 Febbraio) ed intanto i Condottieri di Chiesa, aveodo avuta promessa di ottener la Porta di Galliera, trascinano la bombarda grossa fuori di questa Porta, e fanno fuoco. E gli assediati, con impetuosa sortita corrono ad attaccar l'inimico, ed è appiccata sanguinosissima zuffa, con molto spargimento di sangue per ambe le parti. — Al tempo stesso fu sooperto il trattato fra quei di fuori ed alcuni di dentro , e costoro vennero posti ai più crudeli supplizi. Giacomo e Giovanni da Piancaldolo furono trascinati a coda di cavallo; poi sopra un carro (in sul mercato ) appesi per li piedi ; e finalmente impiccati per la gola: Filippo, lor fratellor fu messo in brani con una scure, e le sue membra sospese vennero alla Porta di san Felice. Finalmente Bar-tolommeo da Modena fu giustiziato di mannaia, perchè volle dare ai nemici la saracinesca delia Porta in discorso. Tutte queste cose avvenivano per consiglio e volontà de' Canetoli, benché pa~ resse che l'intero Senato le comandasse: e fu ancora atterrata per voler de' Canetoli la torre di Fossa Cavallina, in sulla Strada Maggiore, perchè temevasi non i nemici vi si fortificassero a'danni della Città.
Frattanto il Caldora che non poteva «ver Bologna nè per ferro nè per trattato, si diede a travagliare tutto il territorio; onde il Senato, sospettando ohe
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