Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
a68 ANNALIANNO DI CRISTO 1480.
Il nuovo Legato di Bologna aperse il proprio governo con molto amore verso i poveri , e oon paterne provvidenze a vantaggio della plebe: il eh» pose in gelosia gli ambiziosi Canetoli, non vo-less'egli cattivarsi il popolo per abbattere od umiliare almeno la grandezza de' primati. Il perchè Marco Canetoli, sebbene rilegato a' sooi poderi di Bonoonvento, uscì d'ubbidienza, invase il territorio , e suscitò tumulti nella Città ; imperciocché i suoi congiunti, uniti coi Zambeccari e coi Griffoni in concordia di pensiero, corsero di notte, armata mano, al Palazzo pubblico, gridando a voce alta: viva il popolo, vivano le arti. Ma il popolo e le arti non la sentivano come i tumultuanti ; chè anzi presero a combattere que' faziosi, e sì gì' incalzarono, òhe questi si diedero confusamente alla fuga; e per tal modo il tentativo di que'tristi tornò indarno per loro (14 Febbraio ). —Ed il Legato, che troppo prudente volle mostrarsi, non fece pur le viste d'essersi accorto di nulla; e non isgridò quei mali sudditi, e permise loro di starsi non sol nel Contado ma dentro ancora di quella Città, che tante volte ebbero tratta in angustie.
Ma intanto che questo avveniva, il Senato, che amava meglio di star soggetto alla Santa Sede , mandò al Papa cinque ambasciatori nobilissimi, a protestargli sudditanza.
Ed gli odii ed i rancori non cessavano, quantunque il Legato tentasse ogni modo di porvi un freno. Il quale, dopo molti pensieri, reputò ben fatto di richiamare alla patria i banditi bentivole-schi, e stringerli in amplesso di pace coi caneschi, e tutti persuaderli a formare un solo gregge , cui stesse a pastore il Pontefice, che con paterna pro-videnza ne formerebbe la felicità più compiuta.
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