Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
a68 ANNALISi lacrymis celebres fas est ornare sepultos,
Flètè super positi deprecor ossa viri. Vos quoque Pierides heu tundite pectora palmis,
Aonio latice profiuit ora sui. Antonii nomen cunctis memorabile saeclis,
Bentivolae Genti fama perennìs erit. Clarus qui titulis seu le gibus atque togatus , Magna gerens clero funera saeva luit.
Ora, appena fu morto Anton Galeazzo con Tommaso Zambeccari , lo scellerato Offidano montò a cavallo, con molti armati ; e camminando per tutta la Città, animava gli artigiani ed il popolo ad essere fedeli ; e narrava maligna favola intorno alla morte dovuta dare ai due Bolognesi, che volevano tradir la patria e darla in balia de' Visconti. Poi mandava a vuotar d'armi le case del Bentivoglio, e imprigionava il Cancelliere dell'estinto, de a morte 4annava}o, con falso immaginario processo. Indi ', aggiugnendo menzogna a menzogna, fece venire a gran galoppo un corriere per istrada Stefano, il quale recava una finta lettera papale , che assolveva da morte i seguaci de' pretesi ribelli. £ con quest'astuzia, coperse l'ingiustizia e l'empietà sotto colore di obbedienza ai comandamenti d' Eugenio. Il quale, stando sempre in Firenze, e intesa la Rovella della morte del Bentivoglio e dello Zambeccari , fece porre sotto custodia l'Abbate Barto-lorameo, della famiglia di quest'ultimo, e lo mandò all'inespugnabile ròcca di Narni. Dopo di che, vedendo il ì*apa come tolti di mezzo i capo-parti-ti, potevano ornai dirsi spente le fòzioni di Bologna, pensò di venire a por seggio in questa Città. Al qual fine commise al Pretore Baldisserra di rimettere in buon essere il Castello alla Porta di Galliera, per farne tale una ròcca di presidio, che l'intera Città n'avesse a provare timore. E in breve,
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