Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIfino al Ponte di strada Maggiore , quasi sotto la Città, e mandò un corriere al Governatore Daniele, chiedendogli tosto la Città pel Duca di Milano ; altrimenti metterebbe tutto in rovina. Alla quale imperiosa dimanda non sapendo il Governatore che rispondere, nè che risolvere, raccolse il Consiglio de*cittadini * e gli animò ad essere fedeli alla Chiesa, promettendo loro grandissimi, premii ove serbassero la patria alla Santa Sede. £ per mostrare la stima in che li teneva ( vedi stato di disperazione ! ) consegnò loro la custodia di quasi tutta la Città ; poscia, armate le milizie, fortificò alla meglio il Palazzo pubblico e la piazza. . Nel frattanto Raffaello Foscherari e gli amici , armatisi alle loro case sotto colore di difender la patria, mandarono segreto avviso al Piccinino ohe dopo il tramonto del sole si trovasse alla parte grecale di Bologna, che gli sarebbero aperte le porte di san Vitale e di san Donato. Egli tenne l'invito ; gli amici aprirono le porte , ed ecco i soldati del Duca entrati in Bologna gridando: Viva il Duca Visconti / Al qual rumore, molti della Città, che non sapevano della congiura, si armarono in fretta, e chiusero le strade con travi e cancelli, e si opposero ai soldati del Piccinino : frai quali oppositori furono primi gli uomini di Braccaindosso. Ma sopraffatti dai soldati, vennero posti in rotta, e la strada fu messa a sacco.— Intanto i cittadini alla piazza combatterono coi soldati del Governatore tutta la notte, e tanto durarono fermi che sull' alba li vinsero , e molti ne uccisero, molti ne trassero prigioni, molti ne fugarono dal luogo del combattimento. Il Piccinino, che frattanto riordinava sue truppe nel Palazzo Bentivogli, com' ebbe saputo che il popolo 1' avea vinta sui soldati, rovesciò le roste che si trovavano qna e colà per le strade, avanzò rapido co' suoi, sbaragliò gli ultimi avanzi di chi voleva contrastargli il passo, e fu alla piazza maggiore, dov'era il nerbo di chi teneva per lui (... Maggio).
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