Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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A tale infausta novella il Governatore ritirò le poche sue genti che stavano a guardia del Palazzo, ne chiuse le porte, e fece alcun' opera per fortificarsi. Poi si difese con qualche nerbo fino a tre ore innanzi sera : ma non potendo reggere, si reSe alle armi del Piccinino , il quale entrò co' suoi militi , saccheggiò il Palazzo, tradusse il Governatore in quello de' Notai ; e il giorno appresso lo spedi fuori della Città verso Ferrara ; alla quale Città si recò egli , dando notizia al Pontefice di quanto accaduto era, così a lui come a'suoi famigliari.
Dopo cbe il Piccinino ebbe incoraggiati i cittadini all' amicizia pel Duoa di Milano, passò con loro ad assediare il Castello di Galliera, che ancora si teneva ' per la Chiesa , e che uccise di cannone, al primo comparirvi del Piccinino, ùn Francesco da Dugliolo amico del capitano assediatore. Il quale fece scavare una fòssa larga'e profonda, attorno al Castello, acciocché gli assediati non potesser far sortita oontro di lui, mentre li combatteva (aa Maggio). Poi, strinse forte l'assediot ebbe il Castello da Bat-
' 1 '' lose lo stendardo dellaispese in siffatto conquisto che settemila ducati. ¦ Fatta la-Città tutt'altra da quella che era, sè ne mutarono i> Magistrati ; e ne fu primo Gonfalb-niero Raffaele Fosoheràri , in compagnia degli ottp Anziani y Carlo Ghisilieri, Taddeo Bentivoglio. notaio, Battista Poeti; Battista Magnani, Romeo Popoli 4 Jacopo da Mogiio- notaio, Nicolò Gozzadini e Gasparo Malvezzi (a3 Maggio).— E dopo dieci o dodici giorni il Piccinino manda a prendere poe-sessione dii tutte le Castella > e. le fortezze del territorio, a nome del Duca di Milano: e gli furono cedute. Ma Cento e la Pieve, per esbere giurisdizione del Vescovo non la volevano intendere. Pur, minacciati di terribile rovina, per la meglio cedettero, ed accolsero anch'essi castelli i soldati.del Piccinino per presidio a nome .del Duca. E in quello
maggior torre; e non
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