Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI Si 9.
a deatra dal. Pòpoli è da'swoi^a aitìistea gnanimo Galeazzo.. Intanto per ordine di 'questo furono portati ed accesi comb usti bili P sotto Je i finestre del Palazzo; © al tempo Stesso Giovani War: rescotti e Nicolò Angele!li,. cazzandovi, condro un Ariete, vi apersero siffatto varco, flhot, cogli amici e col popolo Se ne fecero padrqni. Cosi, il Piccinino cadde prigione de'Beoti volgili, molti de'quali gli gridavano morte i n*a Galeazzo ,soprat-> tutti abborrì dalla vendetti del malvagio, ,e, no» Sostenne che a una Città di valorosi fopcasp? nota d'infamia. Nkolò adunque venne giuncato bpn-* dito dal territorio ,cU Bologna, ed il goverpo dellq Città rimase ai più bravi di brftcqio4 ^i pi,ù saggi di mente. I Visconti perdettero assai,d^lofjdispo^ tismo «òpra Bologna.: Sprigioni, dvJMompiaua e di Pellegrino furono salvi pur essi., e oe s?noe fatto cambio ; «ol • figliuolo del Piccinino,, da, Qalqazzq saviamente) saldate. •<¦ i«. ^Ma allontanando il Piccinino, non erano cacciati tutti .i ineritici della CittàurAimaoéva.dn piedi' il Castello di Gàlliera, dovestava a ricovero1 un grosso presidio,!capitanato, da .Tartaro Perugino, il quale aw?bbe potuto introdurre con nuove genti una «uova.oppressione..Annibale BentivogUo voltò tutto l'animoie tutte le. forsae< della patria alla rovina di questo Castello. Migliaia e migliaia .del. popolo accorsero .ad. assediarlo : e cittadini, e scolari forar atteri* e -filosofi, e Uggisti,, ,e medici, e. dottori dello.Studio Pubblico, non estimarono cosa indegna della propria dignità il sudare pel. lavoro. delle trincere, nel dare operA per la piena aieuxe^za della patria, delle scienze e delle lettere. In tale, assedio il nostro magnanimo Galeazzo quantunque non tf-nesse il comando supremo, era, il, primo cVc fosse a fianco dtjl Bentivoglio* il più fedele , .il più intrepido , il più degno figlio , di JTelsina. Fu data {battaglia con un furore, un (aocanimonto sì cieoo, quasi che,ognuno venisse animato da privata ven* detta. Nestore JDfonfredi Signore di Faenza, e il
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