Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALICappella sua in quel tempio , ammirandosi ivi l'immagine dì lui equestre, scolpitagli in marmo da Nicolò da Puglia, detto dell' Arca , poi messa a colori con. bizzarria di stile , forse in tempi prù tardi. Sotto alla quale immagine leggesi il seguente epitafio in distici latini :
Quo nemo ulilior patrìae nec pace nec armis Bentivole gentis Hannibal hic situs est.
Expulitis dudum possesso ex urbe tirannum Et profugos cives restituii patrìae.
A quibus ingrate scelerata morte peremptum Sed meritum sumpsit factio supplicium.
Nam scelerìs tanti affini* quicunque fuisset Hic ferro aut fiamma proemia digna tuiit.
Un'tal sepolcro ebbe Annibale I. Bentivoglio; che fu (se riguardi ai tempi) uno de'più moderati signori o fautori d'un popolo; uomo provvido, affabile, generoso, piacevole; tale del cuore, tale delle sembianze. Morì di trentatrè anni mentre sta1 biliva alla sua famiglia un illustre principato: morì compianto, non pur da quelli del suo partito, ma dall'intera moltitudine, che per sè stessa non è di nessuna fazione. Lasciò un figlioletto di due anni e pochi mesi (Giovanni II.) del quale avremo per mezzo secolo a dir molte cose.
Abbiamo detto che la moltitudine amava assai il Bentivoglio. Ed è ciò così vero, che vendicatane la morte coli' eccidio de' Canetoli e de' primi del partito, non ne fu il popolo contento ; ma uccise ancora, con barbare industrie, un Beccari, un Angelini, un Bottarelli, un Pellicciai, un Ramponi, un Tacconi, due Bombardieri, due Baroncini, ed alcuni altri Caneschi, religiosi secolari, giovani e vecchi. É ben cinquanta case furono arse agl'inimici , e saccheggiate ; e persino ad otto contadini
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