Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIrespirando i nostri e da guerre, e da terremoti, e da alluvioni, volle il Senato che le robe de' banditi fossero dispensate a quegli uomini, che più. si mostraron valorosi nella cacciata de' Canetoli e dei costoro partigiani.
ANNO DI CRISTO 1446*
Spento Annibale Bentivoglio, vendicatane la morte con quella de' Canetoli e de' loro aderenti, taceva il popolo , e poco o nulla più ne parlava : quel popolo che abbrutisce per furore, ma che poi si stracca, dopo che ha dato di piglio nel sangue e negli averi d'altrui, come avviene ai cani dopo lunga e faticosa caccia. Taceva il popolo, ma non i nuovi maestrati della Città : impercioochè addiviene che l'odio più tardi si spenga in coloro che non son volgo, di quello che nella plebe, la quale è di corta memoria intorno alle cose , che non le spettando direttamente, operò essa piuttosto per altrui impulso che per proprio; mentre coloro che non sono plebe, ma che ne furono intelletto a darle moto alle braccia, cessato ancor questo moto che fu spavento ai malvagi, pensano e studiano ogni modo affinchè un tale spavento duri a lungo, ed anzi si perpetui ; e quello spettacolo forte che fu lezione di fatto ai temerarii d'un'età, divenga lezione d'esempio a quelli d'un'altra: lezione rin-novellata nelle cronache, nelle novelle, nelle storie, nelle dipinture spezialmente. E così in Bologna fu fatto. — Gli Anziani prescelti pel primo bimestre, col Gonfalonier di giustizia, Rinaldo Ariosti, coi Tribuni della plebe, e coi Massari delle Arti , dipinger fecero (a lezione pubblica) nel muro del Palazzo de' Notai , la miseranda scena , l'orrenda morte di Giambattista Canetoli e di tutti i suoi ; le effigie dei quali vennero dall'artista rappresentate
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