Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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nel C»n«J« delle Moline ( poco lungi dal detto Boizgo ) rovina tutti gli edifizi di legno che tro-vavansi. io etto canale; e rompendo la grata sotto la mura*» esce dalla Città, si trae dietro il ponto1 che vi sovrasta, allaga fuor della porta, e mette in alluvione le campagne limitrofe. —Di quarantamila lire fu il danno che recò : e guai se il Canal di Reno era gonfio ; chè il danno duplica-vasi, e 1' alluvione addiveniva spaventevole. ¦ Ed essendo in primavera (... Maggie) il Castello di Crevalooce in mane de' Felsinei, fuvvi spedito dal Senato per Commissario Basileo Ringhiera, uomo saggio,e prudente, il quale appàrteneva ad una dèlie migliori famiglie di Bologna.—E pooo tempo appresto Giambattista Bentivoglio dottor di Leggo andòàd Urbino per Vicario generale di appetiamone e per consigliere del Duca di quella Città» Il ,qual Giambattista, addivenne poscia segretario del Re; di Napoli , e fu cospicuo non pur per sò-atesso, ma pe> figliuoli, ancora, che di lui nac-quetiò: frai quali basterà Ottaviano, che pei salì al Vescovato di Salerno; Gian Francesco Priore dì Santa Croce'dell'Avellana ed Abbate di san Cristoforo di Castel Durante, e Girolamo che acquistò poi da Guidubaldo I. Duca d'Urbino il Castello di Carpeno, e che sposò Elisabetta Ottoni dei signori di Matelliea, dalia quale ebbe un figliò maschio ed alcune femmina ; che tutti sostennero l'onorata fama dell' albero celeberrimo Bentivo-•lescò.—E così Filippo Lambertini con due fratelli aà partirono di Bologna; ed essendo molto onorati dal Rè d'Aragona e di Napoli, passaronnel Regno « Caldera,idove trasferirono un ramo dell'antica 4 or pianta.
Abbiamo detto che i fuorusciti bolognesi avevano lasciato Castel:san Pietro, abbiamo detto che Crevalcore tornato pra alla obbedienza del Senato nostro; pure la Città non pofcea viversi quieta, perehè i fuorusciti i òhe ingrossavan di numero ad ogqi dì per aderenze 'e macchinazioni, scorrevano
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