Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALI *
bene accolti da Nicolò, e con lui deplorarono la strage avvenuta de'Greci nel conquisto del Bosforo, e il sangue sparso di cristiani, e la fnga degli oppressi , e l'esigilo forzato, e la dispersion loro miseranda, Poscia ootali nunzi, col proprio seguito fecer ritorno a Bologna, recando buono speranze che il Pontefice fosse sempre per mantenere la Città nello stato; in cui era.
. E mentre il Papa sentiva afflizione profonda per siffatto avvenimento, ritrovandosi in Bologna confinato da esso Papa, Stefano Procari nobile romano, uomo di grande ardire e di non poca eloquenza, con obbligo di presentarsi ogni giorno al Governa* toro di Bologna, mandò dicendo un giorno di trovarsi infermo, per cui non potea presentarsi: e invece si recò difilato ed occultamente a Roma, dove alcuni amici l'aspettavano, i quali volevano levar a tumulto la Città de'Pontefici, e stabilirla in repubblica , come aveva provato un secolo prima Cola di Rienzi. Ma il Legato di Bologna, avendo saputo che Stefano era fuggito di Città, e sospettando che non andasse alla patria, mandò subita* mente corrieri a Papa Nicolò; i quali giunti a Roma il giorno dopo l'arrivo del Prooari, fecero avvisata Sua Santità dell'avvenuto: e Stefano fu cercato diligentemente, e venne trovato presso una propria sorella; dove arrestato, insieme con due compagni, e convinti di ribellione, vennero tutti tre appiccati ai merli della mole di Castel sant' Angelo.
In quest' anno in Bologna fu gettata in bronzo una nuova campana per l'arengo, poiché la Vecchia si era rotta: e questa nuova del peso di tredicimila libbre. — Fu anche posto un cappello di piombo sopra la ringhiera del Palazzo degli Anziani; alla quale spesa vennero impiegati i denari raccolti per multe e condannagioni. — E venne compiuto il campanile della gran Chiesa de' Servi di Maria, tranne le colonnette de' finestroni, che non vi furono poste che nell' anno venturo.
Intanto in questo, di che diciamo, fu l'atmosfera
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