Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIdel Pradello, introducendole in Città fri barocci di quelle assicelle da tetto, chiamate comune* mente lambrecchie. Indi la notte andava a guastar le mura vicino alla detta Porta, ed operava tacito e solo questo villano ardimentoso, sperando che ninna delle guardie venisse ad accorgersi del fatto suo, perchè Te pietre che sconnetteva nella mura, riponeva con diligenza al lor posto, sicché il foro praticatovi non apparisse fra il giorno. Ma queste operazioni e tutto il processo della cosa, non poterono andare siffattamente occulti ed indifferenti che un Cornelio da Treviso ed un Giacomo dalla Mirandola, soldati, non le venissero scoprendOé E pel primo fu denunziato al Pretore il Canonico Manzuoli, le cui gite a Modena ebbero generato sospetto nei vigili uomini. Ed ei fu preso, e, posto al tormento, confessò i complici del suo trattato, adducendo a scusa essere volontà dei Veneziaui e de'Fiorentini ch'ei ciò facesse. Ed eceo di subito stretti in custodia i correi, e mandati ambasciatori alle due Repubbliche per interrogarle sul fatto: le quali risposero non avere alcun interesse che gli esuli od i banditi di Bologna ritornassero alla patria: stessero a confino dov'erano , chè niente ad esse importava. Il perchè, radunatosi il Consiglio dinanzi al Legato, si propose di subito che far si avesse del Manzuoli (14 Gennaio); ed alcuni dicevano doversi appiooare per un piede senza nullo riguardo al carattere sacro che vesti va r altri dicevano non doversi imbrattar le mani nel sangue d' un sacerdote. E a questo parere anche il Legato inclinava ; il quale però volle consultare intorno alla cosa la prudenza e la saggezza del Podestà, perchè teneva non doversi far morire il Canonico, e non esser lecito metter le mani nei Chierici senza il permesso o la volontà del Pontefice. Ma mentre si consumava il tempo in contenzioni intorno a quel negozio, si partì del Con* siglio Paolo dalla Volta, e con quattro sergenti andò alla prigione, dove si trovava il Manzuoli,
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